Italiani poco assicurati
di U. S.Le famiglie italiane sono meno tutelate di quelle straniere e contano soprattutto sul 'welfare' garantito a malati gravi e non autosufficienti dalle donne. Una scelta che penalizza il genere femminile, già sfavorito nel mercato del lavoro
Come reagisce a questo periodo di incertezza e preoccupazione sociale ed economica il mercato assicurativo italiano? "Il ramo vita e danni ha complessivamente realizzato in Italia, nel 2010, una raccolta pari a 98,4 miliardi di euro, in contrazione del 9,2% rispetto all'anno precedente", spiega Antonio Coviello ricercatore dell'Istituto di ricerche sulle attività terziarie (Irat) del Cnr di Napoli, docente di Marketing assicurativo alla seconda università partenopea.
"Una prima distinzione segnala come la contrazione riguardi soprattutto il comparto vita (-13,8%) e molto meno il comparto danni che ha chiuso il 2010 con un importo pari a 37,5 miliardi di euro e un calo dello 0,6%, imputabile al comparto auto, mentre la raccolta non auto fa addirittura segnare una crescita del 2,8%", prosegue Coviello. "La raccolta auto che peraltro incide nel settore danni per il 55,7%, non poteva del resto non scontare il calo di immatricolazioni e gli effetti delle novità normative introdotte".
Ma il settore assicurativo è anche indicativo della ricerca di stabilità degli investitori italiani. "All'interno del mercato vita si evidenzia infatti un andamento differenziato, con una crescita delle polizze 'tradizionali' che risponde all'esigenza di 'protezione vera' dell'investimento avvertita dagli assicurati", spiega il ricercatore. "All'opposto, si assiste al cedimento del modello della polizza vita ispirato all'estrema finanziarizzazione: risulta chiaramente negativo l'andamento del cosiddetto 'ramo III', cui afferiscono le assicurazioni connesse con fondi di investimento, che ha fortemente sofferto della crisi dei mercati finanziari".
Famiglie e imprese italiane sono comunque meno assicurate di quanto accade nei principali paesi avanzati, un ritardo evidente nei rami danni e salute, rendendosi così più vulnerabili. Assicurazioni, mutue e fondi sanitari canalizzano in Italia il 15% circa della spesa sanitaria privata, contro il 46% della Germania e il 65% della Francia. I rami danni a supporto di famiglie e imprese nell'ultimo quinquennio sono rimasti sostanzialmente fermi: 18.856 milioni del 2010 rispetto ai 17.943 milioni del 2006.
"Una recente ricerca", sottolinea Giovanni di Trapani ricercatore dell'Irat-Cnr, "stima che il 32% delle famiglie italiane si è trovato nel 2009 in situazioni di forte disagio legato alla necessità di assistere malati gravi o non autosufficienti. Nella media dei paesi Ocse, i costi per questi servizi di assistenza possono raggiungere il 60% del reddito disponibile. Un 'welfare fai da te', non organizzato, è origine quindi di iniquità e inefficienza, addossando gran parte degli oneri in particolare alle donne e pregiudicandone la già bassa partecipazione al mercato del lavoro".
Le previsioni elaborate ritengono che, per vedere significativi elementi di ripresa, si dovrà attendere probabilmente il 2012 per il comparto auto. Per il comparto non auto le previsioni diventano ancora più difficili e ancora più strettamente collegate all'andamento della crisi generale.
U.S.
Fonte: Antonio Coviello, Istituto di ricerche sulle attività terziarie, Napoli , email a.coviello@irat.cnr.it - Giovanni Di Trapani, Istituto di ricerche sulle attività terziarie, Napoli , email g.ditrapani@irat.cnr.it -