Focus: Cronaca

Marò, la soluzione non pare vicina

nave militare
di Claudio Barchesi

Il contenzioso Italia-India sulla vicenda dei due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è iniziato nel febbraio 2012. A fare il punto su questo delicato problema di giurisdizione internazionale è Giuseppe Palmisano, direttore dell'Istituto di studi giuridici internazionali (Isgi-Cnr) 

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La vicenda dei 'marò' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti dalle autorità indiane in attesa del processo penale per l’uccisione di due pescatori indiani, avvenuta al largo delle coste del Kerala, ritorna ormai da quasi tre anni nella cronaca politica italiana. Questo contenzioso internazionale, che inizia nella notte del 15 febbraio 2012, non ha trovato ancora oggi soluzione. Giuseppe Palmisano, direttore dell’Istituto di studi giuridici internazionali (Isgi) del Cnr, in un lungo articolo pubblicato on-line ha riassunto i fatti e le posizioni dei due Paesi (G. Palmisano, Sull’applicazione del diritto internazionale al caso dei 'marò’, in L’Italia e l’applicazione del diritto internazionale).

“In difesa dei due 'marò’ il Governo italiano ha sollevato la questione del difetto di giurisdizione dell’India, in ragione sia del cosiddetto principio di immunità funzionale, applicabile ai due militari italiani in quanto organi dello Stato italiano che avrebbero agito nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali, sia per la localizzazione dei fatti, accaduti in acque internazionali, ossia in una zona in cui la giurisdizione dovrebbe essere esercitata esclusivamente, ai sensi dell’art. 97 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Cnudm), dallo Stato della bandiera della nave che ha provocato l’incidente di navigazione" spiega Palmisano. Com’è noto, l’Alta corte del Kerala ha respinto le tesi italiane e la Corte suprema di New Delhi, dopo aver confermato la sua interpretazione, ha trasferito i due marò a New Delhi, con libertà di movimento ma obbligo di firma settimanale presso la polizia della città”.

La vicenda, come ci è noto dalla cronaca, si è assai complicata quando il nostro Paese ha cercato di non far rientrare in India i due soldati dopo una licenza elettorale, suscitando una fortissima reazione delle autorità locali, già intenzionate ad applicare a questa vicenda il Sua Act, una legge contro la pirateria che avrebbe permesso di incriminare i due marò con un accusa che comporta la pena di morte.

“Io credo che la norma di diritto internazionale generale sull’immunità funzionale vieti all’India di esercitare la giurisdizione penale sui due 'marò', e per questo la questione dell’applicabilità o meno del Sua Act perde evidentemente di rilevanza”, continua Palmisano. “È giuridicamente inaccettabile che, in violazione della regola dell’immunità funzionale, l’India sottoponga a giurisdizione penale organi di uno Stato straniero che hanno agito nell’esercizio delle loro funzioni”.

La Corte suprema indiana ha continuato intanto a rinviare le udienze sul caso. L'ultimo rinvio è di qualche giorno fa e ha aggiornato l'udienza al 12 dicembre prossimo. Nel frattempo Latorre è stato colpito da un episodio ischemico e la Corte suprema indiana, il 12 settembre, ha accordato il rientro del fuciliere in Italia per quattro mesi, con obbligo di ritorno in India alla fine del periodo di cure.

“Più che alla mediazione ad opera di uno Stato terzo o di organizzazioni internazionali, il tipo di controversia tra Italia e India sembrerebbe prestarsi a un meccanismo quale l’istituzione di una commissione di conciliazione o, ancor meglio, un ruling (una sorta di 'arbitrato diplomatico’) del Segretario generale delle Nazioni Unite”, conclude Palmisano. Sul piano dei possibili metodi internazionali di soluzione della controversia tra Italia e India, a detta delle autorità italiane, ci sarebbero inoltre ulteriori negoziati riservati.

Claudio Barchesi

Fonte: Giuseppe Palmisano, Istituto di studi giuridici internazionali, Roma, tel. 06/49937667 , email segreteria@isgi.cnr.it 

Per saperne di più: (Vd. G. Palmisano, Sull’applicazione del diritto internazionale al caso dei “marò”, in L’Italia e l’applicazione del diritto internazionale. Rassegna dell’Istituto di studi giuridici internazionali del Consiglio nazionale delle ricerche, n. 1: 2012-2013, -

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