Focus: La scienza dà spettacolo

L'enigma che Alan Turing non risolse

Alan Turing
di Claudio Barchesi

La vita del geniale matematico del Regno Unito, che riuscì a decifrare la macchina di criptazione tedesca Enigma, tra straordinari meriti e il triste epilogo, al centro della pellicola 'The imitation game' che arriverà nelle nostre sale a gennaio. Sullo sfondo le vicende drammatiche della seconda Guerra mondiale e gli anni duri della successiva fase post-bellica, caratterizzati dalla guerra fredda e dalla caccia alle streghe

Pubblicato il

Per il filone cinematografico sui personaggi del mondo della scienza è prossima l’uscita nelle sale della pellicola diretta da Morten Tyldum 'The imitation game’, che racconta la vita del matematico inglese Alan Turing. È un film atteso e prima ancora di uscire in sala, ha ottenuto un riconoscimento:  il Grolsch People’s Choice Award del 'Toronto International Film Festival’, al quale era presentato in anteprima mondiale. L’opera, che ha protagonista Benedict Cumberbatch, è l'adattamento cinematografico del libro 'Alan Turing. Una biografia’ (Alan Turing: The Enigma), di Andrew Hodges.

“Alan Turing, morto a soli 42 anni, è stato uno dei maggiori scienziati del XX secolo e un grande criptologo. Fu lui, con un team di efficienti collaboratori, a decifrare, durante la seconda guerra mondiale, il codice Enigma dei messaggi tedeschi”, spiega Roberto Natalini, direttore dell’Istituto per le applicazioni del calcolo 'M. Picone’ (Iac) del Cnr.

Turing, tuttavia, non fu solo un geniale cripto analista, fu anche un grande matematico, ed è considerato il padre dell’informatica. “Nel 1936, quando era ancora uno studente, pubblicò un articolo fondamentale sulla computabilità, che è alla base dell'informatica moderna”, continua  il ricercatore. “L’elemento fondamentale delle sue teorie è la formalizzazione matematica dei concetti di algoritmo e di calcolo. All'epoca non esistevano ancora i moderni computer elettronici, ma solo macchine di tipo elettromeccanico, Turing pensò a una sorta di esperimento mentale, introducendo una serie di macchine calcolatrici astratte, chiamate oggi appunto 'macchine di Turing’, che risolvevano problemi specifici. Per lo scienziato un calcolo era dato da una serie di operazioni elementari su di un insieme finito di simboli, per eseguirlo bastava immaginare di avere un nastro lineare di lunghezza illimitata, diviso in quadratini, o cellette: in ogni quadratino era possibile scrivere un solo numero per volta. Dimostrò, inoltre, che era possibile definire una macchina di calcolo capace di simulare tutte le sue macchine ossia la macchina di Turing universale, ossia un modello astratto dei nostri attuali computer elettronici”.

Turing ebbe il tempo di veder realizzato un computer universale programmabile basato sulle sue idee? “Sì, nel 1950, il Laboratorio nazionale di fisica a Teddington (Uk), completò il Pilot Ace, che per qualche tempo fu il più veloce computer al mondo”, conferma Natalini.

Nonostante i suoi grandi meriti, il suo Paese ripagò lo scienziato in modo paradossale. Turing era omosessuale e nel Regno Unito l’omosessualità era considerata un reato: fu perciò portato in tribunale, dove rifiutò di discolparsi. Il giudice lo condannò quindi alla castrazione chimica, ovvero a subire una terapia forzata a base di iniezioni di estrogeni per abbatterne la libido. Il matematico fu poi estromesso da Bletchley Park, il centro di crittoanalisi del Regno Unito, poiché la 'condizione' di omosessualità era inconciliabile con incarichi che riguardavano segreti di Stato. Infine, fu posto sotto stretta e continua sorveglianza dalla polizia, per paura che rivelasse i suoi segreti. Troppo grama era diventata la vita per la delicata sensibilità del personaggio. L’8 giugno 1954 lo scienziato fu trovato morto nella sua stanza, si stabilì per suicidio, avvelenato da una mela intrisa di cianuro, morsicata, sembrerebbe, in analogia con il personaggio delle fiabe che ammirava, Biancaneve.

'The Imitation Game’ sarà distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 21 novembre 2014, in quelle italiane a gennaio 2015. 

Claudio Barchesi

Fonte: Roberto Natalini, Istituto per le applicazioni del calcolo "Mauro Picone", Roma, tel. 06/49270961 , email roberto.natalini@cnr.it 

Tematiche