Focus: Artico

Il mercurio dove meno te lo aspetti

mercurio
di E.C.

E' uno degli inquinanti che sempre più sta destando l'interesse della comunità scientifica. A differenza di altri metalli pesanti, infatti, il suo studio ha avuto inizio solo in anni recenti e molti aspetti del suo ciclo biogeochimico rimangono ancora poco chiari

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A Ny-Ålesund un gruppo di ricercatori del Cnr studia il mercurio, un metallo pesante dalle forti ricadute sulla salute umana, uno degli inquinanti che sempre più sta destando l'interesse della comunità scientifica. Lo studio approfondito ha avuto inizio solo in anni recenti e molti aspetti del suo ciclo biogeochimico rimangono ancora poco chiari: ad esempio, la sua stabilità fortemente variabile, dovuta alle particolari caratteristiche chimico-fisiche del metallo, che si presenta allo stato liquido e che sublima già a temperatura ambiente.

L'interesse dei ricercatori è legato soprattutto all'impatto diretto sulla nostra salute. Si tratta infatti di una sostanza neurotossica, che agisce su cuore, reni e sistema immunitario. La fonte di esposizione, per l'uomo, non è dovuta solo all'aria che respiriamo, quanto al fatto che ogni processo che abbia a che fare con il calore - combustione di rifiuti, incendi, uso di combustibili fossili -  tende a liberarne una certa quantità. Particolare interesse riveste poi il metilmercurio, mercurio biomagnificato da microrganismi acquatici, che entra nella catena trofica innescando un processo di accumulo. In poche parole lo si può ritrovare in ciò che mangiamo, ad esempio nel pesce.

L'Istituto per l'inquinamento atmosferico del Cnr ha, nella base Dirigibile Italia, un osservatorio privilegiato per studiare questo metallo e le sue trasformazioni. Ny-Ålesund offre infatti un ambiente pressoché incontaminato su cui eseguire delle rilevazioni che poi servano da parametro per altre aree del pianeta più antropizzate. Anche in queste aree remote i ricercatori hanno ritrovato tracce di contaminanti di questo metallo "che dall'America settentrionale, dall'Europa e dalla Russia, per dinamiche atmosferiche, velocemente si propaga fino all'Artico", come spiega Ivano Ammoscato, ricercatore dell'Istituto sull'inquinamento atomosferico (Iia) del Cnr.

L'istituto, attivo da anni e leader mondiale nello studio del mercurio, è attualmente coordinatore del progetto Global mercury observation system (Gmos), un'iniziativa che vede coinvolti vari partner internazionali con l'obiettivo finale della costituzione di un osservatorio mondiale permanente. "Nell'Artico è stata allestita una centralina", spiega Ammoscato, "che permette di fare la speciazione del mercurio. Siamo cioè interessati a studiarlo nelle sue tre forme: allo stato aerodisperso, ossia il mercurio totale gassoso, il mercurio reattivo gassoso e il mercurio sul particolato, ossia quello che si deposita sulle polveri sottili". Questi dati, correlati ai risultati dei rilevamenti di questo inquinante nelle precipitazioni nevose, consentiranno ai ricercatori di ottenere importanti informazioni per una migliore comprensione del suo ciclo.

"Si tratta di uno studio di lungo periodo", aggiunge Ammoscato, "che avrà senz'altro delle ricadute future. È sempre importante avere una visione di lungo termine. Come è successo con l'amianto: nel breve periodo si pensava che non creasse nessun problema, ed è solo con il tempo che se ne sono comprese le implicazioni. Il nostro studio sul mercurio qui a Ny-Ålesund mira esattamente a comprendere meglio lo stato delle cose e anticipare le problematiche che potrebbero sorgere".

E.C.

Fonte: Ivano Ammoscato, Istituto sull'inquinamento atmosferico, Rende, tel. 0984/493050 , email i.ammoscato@iia.cnr.it -

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