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Gli italiani e il commercio virtuale

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di Rosanna Dassisti

Cresce l'acquisto on line, ma, nonostante il grande utilizzo della rete per fini commerciali, sette italiani su dieci non ne conoscono nello specifico meccanismi e terminologie. Lo rileva uno studio promosso dalla rivista 'VdG Magazine'

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Cresce l'acquisto on line di viaggi, oggetti, capi di abbigliamento, servizi. Ma, nonostante il grande utilizzo della rete per fini commerciali, sette italiani su dieci dimostrano di non conoscerne nello specifico meccanismi e terminologie.

Ad esempio, il 'phishing', cioè la tecnica per carpire dati degli utenti, per il 29% del campione è un tipo di pesca e per il 12% una pratica erotica. Sconosciuta ai più è anche la crittografia, che per il 22% è una tecnica artistica; il firewall invece è per il 18% non la protezione di un sistema informatico ma il titolo di un film. Malgrado ciò gli italiani sembrano gradire l'acquisto online, sia per i prezzi più competitivi (38%) sia per la comodità (29%), anche se ammettono che sono alti i rischi di frodi e imbrogli (34%) e quelli legati alla sicurezza (29%). Sono alcuni dati che emergono da uno studio promosso dalla rivista 'VdG Magazine', condotto su 1.500 italiani, donne e uomini dai 18 ai 65 anni, attraverso un monitoraggio su blog, forum e community, volto a conoscere abitudini e conoscenze dei nostri concittadini sul fenomeno.

Il commercio virtuale è comunque in crescita. La Camera di commercio di Milano e l'Istat hanno rilevato un incremento del 7% delle aziende che operano nel settore ed evidenziato una maggiore sensibilità degli italiani allo shopping on line: il 34% dichiara di farvi ricorso per acquistare beni e servizi almeno una volta a settimana, il 28% lo fa in occasioni particolari, come  ricorrenze e compleanni, mentre l'11% non ha scadenze precise. I settori più interessati sono il turismo, come l'acquisto di pacchetti viaggio (29%), seguono l'abbigliamento e gli articoli sportivi (27%), i servizi economico-finanziari (23%) come il pagamento di polizze assicurative, bollette e quant'altro, e l'elettronica di consumo (19%). Infine, il 42% degli italiani teme per  la sicurezza dei minori.