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Teseo, il cane che scova le larve

natura
di Marina Landolfi

L'animale è stato addestrato per stanare dalle cavità degli alberi le larve di 'Osmoderma eremita', una specie di coleottero protetta dalla Ue, grazie al lavoro dei ricercatori dell'Università Sapienza di Roma. La ricerca fa parte del progetto europeo Mipp ed è stata pubblicata sulla rivista 'Nature Conservation'

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Un gruppo di ricercatori del dipartimento di Biologia e biotecnologie 'Charles Darwin' dell'Università Sapienza di Roma, guidato da Paolo Audisio, ha pubblicato su 'Nature Conservation' i risultati di una ricerca per il monitoraggio non invasivo dello stato di conservazione del coleottero 'Osmoderma eremita'. Questa specie protetta, ormai rara in gran parte dei paesi europei, è considerata una specie ombrello e indicatrice della qualità della intera comunità saproxilica, cioè dell'insieme di quelle specie legate, in uno stadio del proprio ciclo vitale, al legno secco o marcescente degli alberi. L'obiettivo del progetto europeo 'Monitoraggio di insetti con la partecipazione pubblica' (Mipp), durato cinque anni e terminato il 30 settembre 2017, è stato quello di sviluppare metodi standard e non invasivi, per il monitoraggio di alcune specie di coleotteri saproxilici, specie legate in uno stadio del proprio ciclo vitale al legno secco o marcescente degli alberi.

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L'indagine è stata condotta utilizzando Teseo, un Golden retriever, primo cane molecolare (Osmodog) cioè addestrato a stanare le larve di tale specie nel loro habitat, ossia nella cavità di vecchi alberi (salici, faggi, querce, castagni). L'Osmodog è stato istruito dai ricercatori della Sapienza a fiutare un particolare ferormone, l'odore che gli adulti del coleottero emettono, e l'addestramento si è rivelato funzionale per scovare questa specie.

Dai test effettuati, Teseo ha mostrato un'ottima capacità di individuare le larve del coleottero, con una percentuale di segnalazioni corrette del 92% circa. "L'utilizzo del cane si è rivelato uno strumento estremamente funzionale, visti i brevissimi tempi di lavoro richiesti per l'analisi dei singoli alberi”, afferma Paolo Audisio. “Rispetto ad altri protocolli comunemente utilizzati per il monitoraggio, l'uso dell'Osmodog è un metodo che riduce a zero l'impatto sulla specie target, perché l'uso dell'olfatto previene completamente il contatto con gli esemplari e quindi elimina qualsiasi tipo di disturbo".

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