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Liberi di bere un caffè?

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di Patrizio Mignano

Il libero arbitrio esiste o è solo un'illusione? La libertà di scegliere è reale? Una delle più antiche questioni in psicologia, e in altri campi come la filosofia, è se gli esseri abbiano davvero libertà di scelta. Per Christian List, filosofo e docente alla London School of Economics and Political Science, la risposta è affermativa; per Daniel Wegner già professore di psicologia all'Università di Harvard invece si tratta di un'illusione

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Ogni mattina decidiamo se bere un caffè o un cappuccino. Chiunque di noi quando va al ristorante si sente libero di scegliere cosa ordinare. O almeno sembra. Ma le cose non sono così semplici, la premessa del libero arbitrio non è scontata.

Christian List, filosofo e docente alla London School of Economics and Political Science, ne “Il libero arbitrio” (Einaudi) sostiene che la libertà di scelta esiste, al contrario di quello che sostengono le teorie del determinismo affermate dal mondo fisico prima e dalle neuroscienze poi. Per l'autore però il libero arbitrio, insieme ai suoi prerequisiti - intenzionalità, possibilità alternative, controllo causale sulla nostre azioni - non fa parte della fisica e va invece considerato un fenomeno di “livello superiore”.

List si appella a tre condizioni che definiscono la nostra libertà. La prima è la agency, ovvero il fatto che siamo dotati di intenzioni che ci guidano e motivano azioni coerenti. Un presupposto sfidato dal materialismo riduzionistico, secondo cui il cervello causa le azioni senza bisogno di intenzioni mentali. La seconda condizione è data dalle possibilità alternative, cioè dal fatto che abbiamo la possibilità di fare altrimenti. Ma qui il determinismo afferma che il corso degli eventi è stabilito da catene causali precedenti, su cui non possiamo intervenire. Infine, il controllo causale stabilisce che devono essere stati mentali coscienti come le intenzioni a produrre le nostre scelte e non processi cerebrali sui quali non abbiamo controllo, come al contrario afferma l'epifenomenismo. 

Come si superano le tre obiezioni? List propone di non pensare che tutto si giochi dentro il nostro sistema nervoso. “La libertà è un fenomeno di livello superiore, non meno vero e reale di entità puramente fisiche. Non saremmo davvero in grado di scegliere se non pensassimo che abbiamo delle alternative”. Su questo concetto si fonda anche la possibilità di attribuire una responsabilità morale e legale alle nostre azioni.

Tra i rappresentanti dello scetticismo riguardo al libero arbitrio, Daniel Wegner ne “L'illusione della volontà cosciente” (Carbonio editore) presenta la libertà di scelta come una mera apparenza senza capacità causali. Secondo l'autore gli strumenti della psicologia sperimentale mostrano come l'esperienza della volontà, che nella gran parte dei casi associamo alle nostre decisioni ci dia solo l'illusione della paternità sulle nostre azioni, facendo in realtà capo a un modulo mentale distinto dai reali meccanismi della volizione. E da ciò segue, secondo Wegner, che la volontà cosciente è senz'altro un'utile guida per comprendere il nostro agire nel mondo, ma non ha alcun potere causale, al pari di una bussola che non agisce sulla rotta della nave, anche se può indicarla. “Sentiamo di avere causato consciamente tutto ciò che facciamo, ma le nostre azioni ci capitano per caso”.

 

titolo: Il libero arbitrio
categoria: Saggi
autore/i: List Christian
editore: Einaudi
pagine: 232
prezzo: € 21.00

 

titolo: L'illusione della volontà cosciente
categoria: Saggi
autore/i: Wegner Daniel M.
editore: Carbonio Editore
pagine: 498
prezzo: € 18.00