Nell'indagine sono stati utilizzati quattro test psicofisici su dodici persone amputate, dimostrando che gli stimoli sensoriali, anche deboli, possono viaggiare attraverso il corpo fino a essere percepiti dall'apparato uditivo, situato a livello dell'orecchio interno. I pazienti percepiscono una vibrazione applicata all'impianto osseo integrato tramite l'udito e la loro reazione, proprio grazie alla percezione uditiva delle vibrazioni meccaniche è più sensibile e rapida. Anche quando la protesi è situata in una parte lontana del corpo rispetto all'orecchio, per esempio nell'arto inferiore, l'apparato uditivo è in grado di fornire un aiuto alla percezione e alla sensibilità dell'arto, sfruttando la trasmissione del suono a livello dell'apparato osseo.
Anche se già si era a conoscenza della capacità di trasmissione della vibrazione per via ossea, a oggi non era chiaro se questo fenomeno avesse un ruolo chiave nella percezione sensoriale riportata da chi utilizza protesi osseointegrate. Finora si ipotizzava infatti che il senso del tatto e l'ancoraggio al sistema scheletrico ne fossero responsabili. Queste nuove risposte della ricerca sulla tecnica dell'osseointegrazione aumentano notevolmente il ritorno sensoriale e le informazioni sull'ambiente esterno di chi ha subito un'amputazione.