La prima Galleria nazionale d'arte antica italiana nasce a Roma e si deve al principe Tommaso Corsini, che nel 1883 decise di donare al Regno d'Italia la raccolta di capolavori ospitata nel Palazzo di famiglia che si affaccia su via della Lungara. La collezione “vincolata” costituisce il principale nucleo dell'attuale Museo, dove si ammira l'unica quadreria settecentesca romana giunta fino a oggi pressoché inalterata.
“L'operazione segnò un importante svolta per le sorti del patrimonio artistico italiano, poiché spinse il giovane stato unitario a interessarsi fattivamente alle numerose collezioni fidecommissarie che erano sopravvissute sotto la tutela della chiesa e che risultavano in pericolo per le tendenze liberistiche che lo stato propugnava anche in questo campo e che erano sottoposte alle pressioni di quanti vedevano nella loro liquidazione un'occasione di laute speculazioni”, scrive Sivigliano Alloisi nella “Guida alla Galleria Corsini”. Sotto il governo Zanardelli si decise a favore della creazione di un istituto, ovvero la futura Galleria nazionale d'arte antica, per salvare un patrimonio culturale destinato al pubblico godimento e acquisire anche le collezioni e quei manufatti che si riversavano sul mercato.
La storia del Palazzo e delle sue opere si lega alla figura di Lorenzo Corsini, salito al soglio pontificio nel 1730 con il nome di Clemente XIII. Una volta trasferitosi a Roma, nel 1735, acquistò come residenza per la sua famiglia il cinquecentesco Palazzo Riario in via della Lungara, che nel secolo precedente aveva accolto la regina Cristina di Svezia giunta a Roma dopo la sua conversione al cattolicesimo. Di questo periodo la dimora conserva traccia nell'Alcova della Regina, dove sopravvivono le decorazioni cinquecentesche. La famiglia fiorentina commissionò all'architetto Ferdinando Fuga il compito di ristrutturare e rinnovare l'antica fabbrica. Fu aggiunta un'ala speculare all'edificio esistente e un corpo centrale con la scalinata monumentale, mentre sul retro si estendeva un vasto giardino, oggi orto Botanico, che saliva verso il Gianicolo. Una parte del palazzo è oggi sede dell'Accademia dei Lincei, nella cui biblioteca è confluita la collezione di libri del cardinal nipote Neri Corsini, mentre la collezione di stampe costituisce il nucleo più antico dell'attuale Istituto nazionale della grafica. Gli arredi lignei, come i bronzetti e i busti, che adornano le sale, erano beni della famiglia.
La Galleria Corsini, con i suoi preziosi dipinti è stata la cornice di visite guidate e di dibattiti su arte e storia dell'alimentazione organizzati nel 2013 dall'ufficio stampa del Consiglio nazionale delle ricerche nell'ambito del progetto 'Dal quadro al piatto'. Il Museo ospita infatti numerosi quadri raffiguranti nature morte, tra i quali 'Preparativi per un convito' di Christian Berentz (1658–1722), 'Fiori e frutta (La primavera e l'estate)' di Abraham Brueghel (1631-1697) 'I Maccheronari' di Micco Spadaro (1609-1675), 'Natura morta con pesci e crostacei' di Marco De Caro (seconda metà del XVIII secolo), 'Lo spuntino elegante' di Christian Berentz (1717). Nel corso delle giornate dedicate all'evento i capolavori selezionati hanno offerto spunti di riflessione sui temi: salvaguardia della biodiversità, dieta mediterranea, medicina e storia della enogastronomia, attraverso conferenze, degustazioni e laboratori.