I risultati dei più recenti studi epidemiologici sulla salute respiratoria di bambini e adulti condotti in Italia e in Europa sono stati oggetto del convegno 'Large scale population-based surveys on respiratory health in Italy and Europe’, organizzato a Verona dall’Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo) in collaborazione con l’Associazione italiana di epidemiologia (Aie) e la Società italiana di statistica medica ed epidemiologia clinica (Sismec). Un’occasione per esaminare gli esiti di studi condotti a livello internazionale su patologie come asma, rinite allergica ed eczema. Sono state discusse le correlazioni rispetto all’esposizione a particolari condizioni ambientali e di inquinamento atmosferico, si è parlato dell’incidenza in età infantile, di fattori di rischio e aderenza dei trattamenti alle linee guida internazionali.
Tra i partecipanti, il direttore dell’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim) del Cnr di Palermo Giovanni Viegi, da anni impegnato - con l’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr e la comunità pneumologica italiana - in attività di prevenzione e sorveglianza delle più diffuse malattie respiratorie. In particolare, dell’insorgenza di patologie legate alla presenza nell’aria di particelle ultra-fini, dal diametro inferiore a 0.1 micron.
“Siamo abituati a sentire parlare di Pm10 o Pm2.5, cioè particelle rispettivamente di diametro inferiore ai 10 micron o ai 2.5 micron, ma da almeno 10 anni la comunità scientifica ha iniziato a studiare le conseguenze sull’apparato respiratorio di particelle ancora più fini, dette nanoparticelle o ultra-fini, capaci di arrivare agli alveoli polmonari, superare la membrana alveolo-capillare e penetrare nel sangue”, spiega Viegi. “È un argomento nuovo e dai risvolti inquietanti se si considera che le centraline deputate al monitoraggio delle particelle sottili non sono in grado di rilevarne la presenza”.
L’impegno del Cnr nella lotta alle malattie respiratorie è portato avanti anche attraverso la partecipazione alla sezione italiana della Global alliance against chronic respiratory diseases (Gard), di cui l’Ibim e l’Ifc sono partner dalla sua costituzione, nel 2009. Gard Italia riunisce ricercatori, società scientifiche, associazioni di pazienti e responsabili dei gruppi di lavoro del ministero della Salute; un importante momento di confronto è avvenuto recentemente a Roma nell’ambito delle iniziative legate al semestre italiano di Presidenza Ue.
“Questo tipo di patologie sono state descritte dalla presidenza italiana come una priorità per la sanità pubblica europea e inserite nel documento finale che sarà presentato a dicembre al termine del mandato”, conclude Viegi. “Il fatto che le malattie respiratorie abbiano assunto un ruolo prioritario agli occhi dei decisori politici è un grande risultato per la comunità dei pazienti e degli operatori pneumologici, ma spesso sono patologie ancora sotto-diagnosticate, che necessitano di uno sforzo integrato tra gli operatori sanitari territoriali e ospedalieri per la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura e la riabilitazione. Tutti temi che saranno al centro del convegno nazionale di pneumologia in programma nel novembre 2015 a Napoli”.
Fonte: Giovanni Viegi , Istituto di biomedicina e di immunologia molecolare "Alberto Monroy", Palermo, tel. 091/6809194