Vita Cnr

Dagli Appennini alle Ande. Passando per i 'tre poli'

Paesaggio andino
di Claudio Barchesi

Le vette dei monti argentini ospiteranno un laboratorio per svolgere attività di ricerca in vari settori: dalla medicina alla meteorologia, fino all’inquinamento ambientale. A renderlo possibile, un accordo tra Cnr e Università di Chilecito

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Un laboratorio sulle Ande per svolgere in alta quota studi sulla medicina, sulla meteorologia, sul vulcanismo, sull’inquinamento e su nuovi sensori per uranio e gas radon. Questo l’obiettivo del progetto internazionale 'Chilecito: Laboratorio de Altura’, presentato presso l’Aula Marconi della sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) da Norberto Raul Caminoa, rettore dell’Università di Chilecito (La Rioja, Argentina) e Claudio Rafanelli, direttore dell’Istituto di acustica e sensoristica 'Orso Maria Corbino’ (Idasc) del Cnr.

Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente (Dta) del Cnr, ha ricordato l'esperienza dell’Ente nella ricerca scientifica in ambiente estremo, con la base artica alle isole Svalbard, quelle antartiche di Baia Terra Nova e Concordia e il laboratorio-osservatorio internazionale Piramide a 5.050 m. s.l.m. sul monte Everest (Ev-K2-Cnr).

“Cnr e istituzioni scientifiche argentine condividono una lunga tradizione di collaborazione”, ha spiegato Rafanelli, ricordando l’accordo del 1994 tra Cnr e Consejo Nacional de Investigaciones Cientifica y Tecnica, la partecipazione congiunta nel 2006 all’International Center for Earth Sciences (Ices) per lo studio dei circa 200 vulcani attivi sulle Ande, e il progetto Nanosensor Open Lab, del 2011, per lo sviluppo di tecnologie per applicazioni industriali.

Il rettore di Chilecito ha illustrato il sito dove si pensa di far sorgere il laboratorio: “Una vetta delle Ande a 5.080 m s.l.m. nella Sierra del Famatina, nella parte nord-occidentale della provincia di La Rioja, caratterizzata da scarse precipitazioni e facilità di accesso”. Caminoa ha poi sottolineato la straordinaria importanza del sistema montuoso dell’Argentina che vanta la più alta montagna della Terra al di fuori dell'Asia, l’Aconcagua (6.962 m s.l.m.).

Il progetto, promosso dall’Addetto scientifico italiano in Argentina e ricercatore Cnr, Gabriele Paparo, si inserisce nelle attività preparatorie per Horizon 2020 e ha dato origine all’accordo quadro sottoscritto lo scorso 29 aprile dal Cnr e dall'università di Chilecito. A organizza il workshop, assieme a Rafanelli, Salvo Mazzola, direttore dell’Istituto per l'ambiente marino costiero (Iamc) e Paolo Messina, dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag) del Cnr.

 

Fonte: Claudio Rafanelli, Istituto di acustica e sensoristica ‘O. M. Corbino’ , Roma, tel. 06/49934482