Vita Cnr

Proteine vegetali per l'uomo e l'ambiente

Fagioli di soia
di Francesca Gorini

La sostenibilità della produzione agricola europea passa anche attraverso l’aumento di coltivazioni di fonti proteiche di origine vegetale destinate al consumo umano. È l’obiettivo di 'Protein2Food’, progetto coordinato dall’Isafom-Cnr avviato nell’ambito del programma 'Sustainable food security’ di Horizon 2020

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Favorire lo sviluppo d'innovative coltivazioni di proteine di origine vegetale destinate al consumo umano, per rendere l’industria agroalimentare europea più competitiva e sostenibile e per una 'sterzata salutista’ nelle abitudini alimentari. È quanto si propone il progetto 'Protein2Food’, coordinato dall’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom) del Cnr di Ercolano (Napoli) e avviato nell’ambito del programma 'Sustainable Food Security’ di Horizon 2020.   

“Diminuire il consumo di carne a favore di una maggiore percentuale di proteine vegetali ha effetti benefici sull’organismo: riduce la quantità di grassi saturi e favorisce l’introduzione di più fibre, grassi insaturi, minerali e vitamine”, spiega Antonella Lavini dell’Isafom-Cnr. “Ma le conseguenze positive si estendono anche all’ambiente e alla sostenibilità della produzione agricola europea: si stima infatti che il 30% della perdita totale della biodiversità sia indotta dall’uomo con l'allevamento di bestiame intensivo, che impegna il 70% del suolo agricolo continentale, generando il 18% delle emissioni dei gas responsabili dell’effetto serra”.

Nasce così l’idea di approfondire lo studio di differenti fonti proteiche vegetali potenzialmente destinate al consumo umano, come quinoa, amaranto e grano saraceno, ma anche di legumi poco diffusi, come il lupino andino, e verificarne l’accessibilità e le applicazioni in ambito alimentare. “La maggior parte delle proteine vegetali consumate in Europa proviene da soia importata da paesi come Brasile, Argentina e Stati Uniti e destinata prevalentemente al consumo animale, solo una piccola quantità è relativa per prodotti alimentari a uso umano”, aggiunge la ricercatrice. “Puntare su fonti alternative a basso costo potrebbe favorire un utilizzo più efficiente delle risorse, e 'liberare’ nello stesso tempo l’Unione Europea dalle fluttuazioni dei prezzi delle esportazioni”.

'Protein2food’ sarà caratterizzato da un approccio multidisciplinare volto a coprire tutti gli anelli della catena alimentare ('farm to fork’): ricercatori, tecnologi alimentari, industrie di settore, istituzioni agricole e associazioni di consumatori lavoreranno insieme per capire quali siano le fonti proteiche che si prestano maggiormente. “È necessario puntare su materie prime di elevata qualità in grado di esercitare un impatto positivo sia sulla salute umana, migliorando il contenuto nutrizionale e salutistico dei prodotti, sia sull’ambiente e sulla biodiversità”.

Al progetto partecipano 11 partner dall’Ue, oltre alla Makerere University di Kampala (Uganda) e all’Universidad Nacional Agraria La Molina di Lima (Perù).

Fonte: Antonella Lavini, Istituto per i sistemi agricoli e forestali del mediterraneo, Ercolano , email a.lavini@isafom.cnr.it - Federica Tenaglia, Dipartimento di scienze bioagroalimentari , email federica.tenaglia@cnr.it