Focus: Volare

Quelle sostanze nell’aria così dannose per la salute

Traffico automobilistico
di Rita Bugliosi

Sono i Composti Organici Volatili, sostanze frutto sia di attività umane, quali ad esempio i motori a scoppio dei veicoli, i camini a legna o le sigarette, sia di processi ambientali, come le attività fisiologiche delle piante. Ne abbiamo parlato con Catia Balducci e Adriana Pietrodangelo, ricercatrici dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr

Pubblicato il

Trascorrere del tempo all’aperto è una cosa che tutti facciamo sia per distrarci e rilassarci dopo il lavoro sia per uscire dai luoghi chiusi e trascorrere un po’ di tempo in spazi aperti, nei quali magari respirare aria pulita, in mezzo a un po’ di verde. Non è detto però che farlo apporti sempre un beneficio alla nostra salute, in alcuni casi può anzi arrecarci danno a causa delle sostanze che “volano” nell’aria. È quanto si verifica ad esempio nel caso dei Composti Organici Volatili (VOC), sui quali fornisce informazioni Catia Balducci dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (Iia) del Cnr: “I VOC sono un'ampia classe di sostanze chimiche che in aria sono presenti come vapori o gas e che hanno un’elevata volatilità già a temperatura ambiente. Esistono centinaia di VOC con caratteristiche diverse, il che allarga lo spettro dei loro possibili effetti nocivi sia per l’uomo che per l’ambiente. Alcuni VOC sono stabili in atmosfera, non sono cioè modificati da reazioni chimiche, e possono percorrere lunghe distanze, inquinando aree lontane rispetto a dove sono stati emessi; altri, invece, in presenza di specifici inquinanti come per esempio gli ossidi di azoto, reagiscono velocemente in aria, grazie alla radiazione solare UV, innescando reazioni che formano ulteriori inquinanti nocivi, come l’ozono e le particelle ultrafini”.

All’origine di questi composti volatili ci sono sia attività umane che processi ambientali, e questi ultimi producono più VOC di quelli prodotti dall’uomo. “I cosiddetti VOC biogenici, prodotti da sorgenti naturali come le attività fisiologiche delle piante, ad esempio i meccanismi di difesa da patogeni, appartengono soprattutto alla classe dei terpeni, sostanze molto reattive che contribuiscono in primo luogo alla formazione in aria dell’ozono. Nei periodi caldi, il rilascio di VOC dalle piante è intenso, così come lo è la radiazione solare, e questo porta alla formazione di grandi quantità di ozono, che è un gas irritante delle vie respiratorie. Per questo, alle persone con fragilità di salute viene sconsigliato di frequentare i parchi urbani nelle ore più calde in estate”, spiega Balducci.

Ma, come detto, anche le attività umane ne producono. “Le sorgenti antropiche più rilevanti di VOC sono i processi di combustione a bassa temperatura, come quelli dei motori a scoppio dei veicoli, dei camini a legna o pellet, dei falò, degli incendi, dei sigari, delle sigarette, dei bastoncini di incenso. Ci sono poi le attività industriali in cui si usano solventi per la produzione e/o manutenzione degli impianti. Riguardo ai veicoli, inoltre, l’emissione di VOC può derivare anche dall’evaporazione dei carburanti dai serbatoi, oltre che dai tubi di scappamento”, aggiunge Adriana Pietrodangelo del Cnr-Iia.

Stufa a legna

Tra i VOC di origine antropica attenzione particolare è riservata agli idrocarburi monoaromatici, in primo luogo al benzene. “Questa sostanza ha effetti cancerogeni ed è l’unica che per legge va monitorata in aree aperte, come le zone urbane: la Direttiva europea sulla qualità dell’aria, stabilisce il limite di concentrazione del benzene in aria ambiente a 5µg/m3 come media annua. Va precisato, però, che i livelli di benzene in Italia sono generalmente sotto il limite, grazie all’attuazione delle strategie europee e delle politiche sulla qualità dell’aria che l’Italia e gli altri Paesi UE hanno recepito e attuato: la riduzione del benzene in aria è iniziata negli anni ’90, quando è stato ridotto il suo utilizzo come antidetonante nelle benzine e si è introdotto invece l’uso delle marmitte catalitiche”, precisa Balducci.

Ma anche altri idrocarburi monoaromatici hanno impatto sulla nostra salute. “L’etilbenzene, il toluene e gli xileni - anch’essi essenzialmente prodotti di origine antropica -, sebbene non cancerogeni, possono causare effetti avversi sulla riproduzione, soprattutto in caso di esposizione cronica in ambienti di lavoro. Sintomi comuni da esposizione ai VOC sono irritazione a occhi, naso e gola, mal di testa, vertigini e nausea; esposizioni prolungate o ad alte concentrazioni possono causare poi danni al fegato, ai reni e al sistema nervoso”, continua Pietrodangelo.

Non sono solo gli spazi aperti però a contenere VOC, anzi. “In genere l’esposizione ai VOC è più rilevante negli ambienti chiusi, dove le concentrazioni sono più alte rispetto agli spazi aperti a causa del minor ricambio di aria. E questo vale anche per altri inquinanti emessi direttamente negli ambienti chiusi: la cottura dei cibi, il fumo di tabacco, l’accensione di incensi e l'uso di stufe a gas, così come molti prodotti di uso comune, quali materiali da costruzione, arredi, detergenti, vernici, solventi, adesivi e cosmetici contribuiscono fortemente all'emissione dei VOC sia in casa sia in altri spazi chiusi, come scuole, palestre, uffici o laboratori artigianali”, sottolinea Balducci.“La formaldeide è tra i VOC quello che desta particolare preoccupazione poiché, sebbene classificata come cancerogena dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, è tuttora spesso presente nei materiali da costruzione e negli arredi. Di recente, poi, anche l’uso di fragranze sintetiche è stato riconosciuto come una importante causa di inquinamento da VOC negli ambienti chiusi: più di 2.600 fragranze contenute nei prodotti di uso quotidiano - incensi, candele, profumatori di ambienti, prodotti per la cura personale e la pulizia - possono indurre effetti tossici di tipo dermatologico e respiratorio o anche legati alle loro proprietà allergeniche. Inoltre, alcune fragranze, tra cui il lylial e la galaxolide, sono sospetti o riconosciuti interferenti del sistema endocrino, con potenziali effetti gravi per la salute umana”.          

Le due ricercatrici concludono ricordando: “È quindi importante che l’esposizione quotidiana ai VOC, almeno quelli emessi in ambienti chiusi da attività, oggetti o sostanze di uso comune, venga ridotta, ad esempio scegliendo prodotti senza fragranze, favorendo il ricambio d’aria e riducendo l’uso di materiali lasciati bruciare a scopo di profumazione o riscaldamento”.

Fonte: Catia Balducci, Istituto sull’inquinamento atmosferico, catia.balducci@cnr.it; Adriana Pietrodangelo, Istituto sull’inquinamento atmosferico, adriana.pietrodangelo@cnr.it

Tematiche
Argomenti