Saggi

Un cielo sempre più affollato

Copertina del libro Ecologia Spaziale
di Patrizio Mignano

Gli esseri umani svolgono attività nello spazio dal 1957, ma oggi, rispetto al passato, la situazione è radicalmente cambiata: la qualità della nostra vita dipende dalla possibilità di utilizzare servizi offerti dai satelliti e, per andare incontro alla domanda del pubblico, il loro utilizzo sta esplodendo. Ciò porta con sé anche dei rischi legati alla congestione dello spazio e alla proliferazione di detriti spaziali. È quanto ci racconta Patrizia Caraveo, astrofisica di fama mondiale e dirigente di ricerca all'Istituto nazionale di astrofisica, in "Ecologia Spaziale" (Hoepli) 

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L'uso crescente dei satelliti, che ormai tocca aspetti fondamentali della nostra vita quotidiana - dalla comunicazione alla navigazione - porta con sé rischi legati alla congestione dello spazio e alla proliferazione di detriti spaziali. Di questi temi tratta il libro "Ecologia Spaziale" (Hoepli) di Patrizia Caraveo, astrofisica di fama mondiale e dirigente di ricerca all'Istituto nazionale di astrofisica. "L'aumento dei satelliti, in particolare quelli delle mega-costellazioni come Starlink, aumenta il rischio di collisioni e rende necessarie costose manovre per evitarle", scrive l'autrice nell'introduzione. “Ci siamo resi conto che lo spazio circumterrestre è un bene comune dell’umanità. Le sue dimensioni sono grandi ma non infinite. Parliamo di un ambiente prezioso che è necessario preservare imparando ad utilizzarlo in modo consapevole e sostenibile”.

Sono il nostro occhio globale per monitorare lo stato di salute del Pianeta e per identificare buona parte delle attività umane, ad esempio: quando facciamo un pagamento, un bonifico, un investimento, quando consultiamo le previsioni meteo, quando utilizziamo servizi di geolocalizzazione, quando seguiamo un evento sportivo in un'altra parte della Terra utilizziamo servizi offerti dai satelliti. Senza di essi l’economia del mondo si fermerebbe, le banche non potrebbero operare, aerei e navi avrebbero qualche problema a trovare la giusta rotta. Servizi diversi che implicano satelliti diversi, di dimensioni diverse, che descrivono orbite diverse e che possono essere fruiti in modo diverso: dai servizi di pubblica utilità a quelli militari e commerciali. Sono gestiti da istituzioni pubbliche e private: le prime, in genere, investono sui servizi di pubblica utilità, le seconde cercano profitti, offrendo servizi; oltre a controllare lo spazio, promuovono la crescita della nostra società.

Non li vediamo, ma sono tanti e tutti sulla nostra testa. Tutto ciò comporta dei pericoli non di poco conto e rischi globali che non possono essere ignorati. Le collisioni accidentali tra oggetti nello spazio sono tanto più probabili quanto maggiore è il numero di satelliti che percorrono le orbite. “Molti satelliti devono effettuare numerose manovre di prevenzione delle collisioni per evitare possibili impatti e con sempre numerosi detriti. Queste manovre sono costose e ogni settimana vengono emessi centinaia di allarmi per evitarle. E questo è niente in confronto a ciò che sta per accadere”, aggiunge l’autrice. “Considerando che il numero di satelliti continua a crescere, occorre fare riferimento al censimento aggiornato della ‘popolazione di satelliti’ in orbita che si può consultare su diversi siti dedicati. Uno dei più ricchi di informazioni è gestito da J.McDowel (https://planet4589.org/space/stats/active.html) che, al 15 giugno 2024, censisce 9.955 satelliti attivi, 550 dei quali sono in orbita geostazionaria, 234 in orbita MEO e 23 in orbite ellittiche. Il resto, cioè la maggioranza, sono in orbite LEO che ospitano circa 9.000 oggetti, oltre 6.000 dei quali fanno parte della costellazione Starlink”.

Si legge nel saggio che diverse aziende hanno iniziato a lanciare, inoltre, mega-costellazioni nell’orbita bassa della Terra per fornire accesso globale a internet, con grandi vantaggi, ma che potrebbero essere fonte di enormi disagi se non si cambia approccio nell’utilizzo dello spazio. Nel giugno 2021, durante il vertice dei leader del G7 a Carbis Bay, in Cornovaglia, i delegati di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Stati Uniti, Regno Unito e Ue si sono impegnati ad agire per affrontare il crescente pericolo dei detriti spaziali con alcuni impegni specifici come: uso sicuro e sostenibile per sostenere le ambizioni dell’umanità; riconoscere il crescente pericolo dei detriti spaziali e la crescente congestione nell’orbita; accogliere con favore tutti gli sforzi pubblici e privati per la rimozione dei detriti spaziali.

Ottimi propositi, che dimostrano che il problema della congestione delle orbite è arrivato ai vertici politici, ma che siamo ancora lontani da azioni collettive.

Titolo: Ecologia Spaziale 
Categoria: Saggi
Autore: Patrizia Caraveo
Editore: Hoepli
Pagine: 154
Prezzo: 17,90