Faccia a faccia

All news, scienza inclusa

Sarah Varetto
di Marco Ferrazzoli

Incontriamo Sarah Varetto, direttore di Sky Tg24, che ha portato al passaggio in 'chiaro', raccogliendo la sfida dei social media. “Offrire un palinsesto h24 significa entrare dentro i fatti con le domande, scavare a fondo anche grazie agli esperti, raccontare cover story esclusive”. La sfida dei mezzi digitali, dell'impegno sociale e dell'informazione scientifica, come nel reportage in Antartide con il Cnr

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Sarah Varetto è il direttore della rete all news Sky Tg24. Dopo aver iniziato la carriera giornalistica presso un'emittente locale ha lavorato in Rai, dove ha affiancato Alan Friedman, con il quale ha fondato il portale miaeconomia.com, poi trasformato in format televisivo. Nel 2003 è passata a Sky Tg24, prima come caporedattore responsabile della rubrica di economia e poi alla direzione della testata, succedendo a Emilio Carelli. Ha ricevuto tra gli altri il premio Casalegno giovani e il Premio Tular. È sposata con il giornalista Salvo Sottile, ha due figli.

Può tracciare un bilancio della sua direzione, dopo cinque anni? il passaggio al 'chiaro' di Sky Tg24, in particolare, che cambiamento di linea editoriale ha comportato?

In questi cinque anni ci sono stati cambiamenti importanti nel modo di fruire l'informazione. Ad esempio, fino a pochi anni fa i social media erano un fenomeno marginale, ora sono parte della dieta mediatica e sono 'in chiaro' per natura. SkyTg24 credo abbia saputo cogliere questa prima sfida, sperimentando nuovi mezzi per distribuire l'informazione ma anche come fonte delle notizie e come canale di ritorno dai telespettatori. Ad esempio, su Twitter siamo al primo posto tra i canali di informazione con 2,5 milioni di follower, siamo sbarcati su Instagram e a breve avremo un nuovo sito. La diffusione del tg sul canale 50 del digitale terrestre ha sancito una strategia che va oltre la mission di dare in tempo reale le breaking news, ovvero l'impegno di approfondire in tempo reale, di offrire inchieste e campagne esclusive e di raccontare la realtà con nuovi linguaggi. Siamo stati i primi a portare serie investigative come Vice o le 'docu' come 'Cronache di frontiera' e le inchieste come 'Mani sul paese', 'Dissesto doloso' o 'Un piatto di salute'.

Avendo conosciuto entrambe, quali sono le principali differenze tra emittenza privata e pubblica?

Per quanto riguarda la nostra offerta come rete informativa va intanto detto che anche noi svolgiamo un 'servizio pubblico', come più volte ci è stato riconosciuto. Una delle differenze può individuarsi invece nel grado di indipendenza dalla politica, che storicamente ha avuto un ruolo nella gestione della tv pubblica. Ci sono anche differenze di formati: noi evitiamo di cadere nella formula del talk show e degli ospiti buoni per tutte le occasioni, puntando invece a contribuiti e opinioni di esperti. Ci sono stati periodi di intere settimane in cui non abbiamo avuto neppure un politico tra gli ospiti.

Una rete all news come regge un palinsesto h24 evitando il rischio della ripetitività? E come si cavalca l'onda della cronaca in tempo reale?  

Le reti all news sono dipendenti dagli eventi, la differenza sta nella modalità di copertura. Noi vogliamo entrare 'dentro i fatti con le tue domande', non ci limitiamo alla cronaca ma scaviamo a fondo, raccogliamo il parere di esperti, raccontiamo le storie che possono far comprendere i fenomeni che affrontiamo. Il rischio della ripetitività viene annullato proprio perché seguiamo gli eventi in tempo reale e arricchiamo la diretta con l'analisi dei fatti. Oltre a questo, realizziamo inchieste esclusive, campagne di denuncia che vedono poi la risposta delle istituzioni, 'cover story' che i telespettatori possono trovare solo da noi.

Le tragedie del sisma o del terrorismo hanno confermato la centralità del mainstream televisivo nel pacchetto informativo italiano ma anche l'ineludibile concorrenza di web e social. In che modo affrontate questa sfida?

Come dicevo, web e social sono parte integrante della nostra offerta, sono media su cui siamo presenti, non parlerei quindi di 'concorrenza'. Su alcuni di questi mezzi siamo anzi leader. Va detto che la diretta televisiva è ancora insostituibile, perché fa vivere in tempo reale le notizie e arriva a tutti, anche ai meno giovani. Proprio la copertura del terremoto è stata seguita da oltre 7 milioni di persone nel giorno delle prime violente scosse ed è risultato il giorno più visto dal lancio del canale. Alla fruizione 'per tutti' del canale 50 e a quella in Hd e interattiva per gli abbonati, si affianca la visione in mobilità delle app per smartphone e tablet. La sfida, o meglio, l'integrazione coi mezzi digitali ci ha spinto anche verso un'evoluzione del linguaggio e ha raccolto alcune caratteristiche di questi nuovi mezzi. Ad esempio l'uso di grafiche sui grandi schermi, si pensi alle camminate dei nostri anchor allo 'sky wall' o al touch screen verticale con le rassegne multimediali. La risposta sta quindi non solo nella presenza e declinazione sui nuovi canali digitali ma nell'integrazione e nell'evoluzione di linguaggi.

Lei proviene dal giornalismo economico mentre in genere in Italia le carriere giornalistiche nascono nel 'politico': come valuta questa commistione tra i due poteri, di 'palazzo' e mediatico?

Non credo si possa generalizzare. Anche in Italia ci sono 'editori puri' indipendenti dal potere politico o economico, che rispondono solo ai propri telespettatori. Ci sono molti giornalisti 'cani da guardia', che fanno vere domande e che chiedono una risposta vera. Non dimentichiamo che alla fine è il pubblico a scegliere.

Da quale valutazione deriva la vostra tendenza a coprire, soprattutto con gli approfondimenti, alcuni temi di impegno sociale?

Cerchiamo di raccontare la realtà e i fenomeni della nostra società evitando le generalizzazioni e i luoghi comuni. Direi che è un approccio 'scientifico', basato sulla verifica delle fonti e dei numeri da un lato e dall'altro la passione nel raccontare anche singole storie che possano far comprendere cosa veramente sta accadendo.

A proposito, l'informazione scientifica che peso ha in Sky Tg24? Non crede che la ricerca sia sottodimensionata e soprattutto troppo episodica, nell'informazione tv e in generale?

Sky Tg24 si è impegnato nella produzione di reportage documentando direttamente, ad esempio, la missione scientifica dell'Italia in Antartide, alla quale anche il Cnr partecipa direttamente, le nuove sfide della lotta contro il cancro e, recentemente, la tecnologia e la ricerca italiana della sonda Juno in orbita su Giove. È nella natura di un canale all news essere legati alla più stretta attualità e quindi anche la ricerca è trattata da questo punto di vista, e non con rubriche fisse tipiche di altri canali. Fare informazione scientifica richiede tempo e risorse e ci tengo a dire che ci impegniamo sempre a fornire informazioni corrette, verificate, evitando facili spettacolarizzazioni in funzione dell'audience. Più in generale, certo la tv in generale potrebbe dare più spazio a questi temi in cui molti italiani eccellono.

I direttori donna nel giornalismo italiano sono purtroppo pochi: come concilia vita professionale e famigliare? E come si affronta il ménage coniugale con un marito-collega?

La presenza delle donne in posizioni direttive è in generale ancora inferiore a quella degli uomini. Credo fermamente che non si debbano fare distinzioni di genere nel valutare la professionalità: quando non parleremo più di uomini e donne ma solo di meriti e capacità avremo raggiunto l'obiettivo. La vita del giornalista e in particolare di un direttore di una rete di news non ha orari. Nonostante questo, sia io sia mio marito ci impegniamo a dedicare del tempo 'in esclusiva' ai nostri figli e dove non arriviamo noi c'è la rete della famiglia e dei super nonni. Il tempo a casa lo dedichiamo quindi ai ragazzi, come è giusto, mettendo da parte la nostra professione. Anche se uno di loro ci ha già detto che vorrebbe seguire le nostre orme, per ora li lasciamo studiare e giocare!

 

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