Faccia a faccia

Monaldi-Sorti, due 'cervelli' letterari rientrati

Rita Monaldi e Francesco Sorti
di M. F.

Rita Monaldi e Francesco Sorti: coppia nella vita e autori a quattro mani di romanzi che intersecano fantasia e fatti storici. Dopo un esilio letterario coronato dal successo in decine di Paesi, tornano in Italia con l'editore Baldini&Castoldi. Sono in concorso allo Strega con un giallo ispirato a Curzio Malaparte

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Rita Monaldi e Francesco Sorti compongono una coppia letteraria piuttosto particolare. Intanto, fanno coppia anche nella vita (sono infatti sposati con figli) e poi sono autori a quattro mani di fortunati romanzi che intersecano trama di fantasia e personaggi realmente esistiti, costruiti con ricerche d'archivio che hanno portato a scoperte talvolta clamorose su personaggi come Innocenzo XI, i Borbone, la poetessa Pamela Reynolds. In particolare si sono interessati ad Atto Melani, abate, cantante castrato, diplomatico, in relazione con molti importanti personaggi dei secoli XVII e XVIII e soprattutto spia per conto di Luigi XIV, il Re Sole. Monaldi e Sorti gli hanno dedicato una saga il cui primo volume, 'Imprimatur', è inizialmente stato pubblicato da Mondadori per poi uscire di catalogo e, dopo che l'opera è stata presentata alla Fiera del libro di Francoforte, essere tradotto da un editore olandese. È così cominciata la curiosa 'emigrazione' dei due: trasferimento a Vienna e uscita di una serie di opere che hanno ottenuto un successo notevole, con decine di traduzioni e piazzamenti tra i best seller in decine di Paesi quali Germania, Francia e Spagna. Tra queste, la trilogia storico-satirica di Salaì e i primi cinque volumi della saga di Atto Melani, i cui titoli formano la sentenza latina “Imprimatur Secretum Veritas Mysterium Dissimulatio Unicum Opus”. Il caso ha attirato l'attenzione dei media e dell'editore Baldini & Castoldi, che li ha 'riportati' in Italia e con cui sono già usciti alcuni romanzi e un giallo storico ispirato a Malaparte, 'Morte come me', in concorso quest'anno allo Strega. Di loro è stato scritto: “È un po' come se Dan Brown non pubblicasse negli Stati Uniti o Ken Follett in Gran Bretagna”.

Dopo questo ritorno in patria vi sentite due 'cervelli in fuga'?  

In parte. Inizialmente abbiamo lasciato Roma e l'Italia alla ricerca di una migliore qualità di vita. Vienna ce l'ha fornita, e con un atout speciale: l'enorme biblioteca nazionale austriaca, ricchissima di testi italiani del '600, a volte rarissimi, preziosi per le nostre ricerche storiche. Inoltre, un sistema-paese efficiente come quello austriaco lascia tempo ed energie a disposizione per il lavoro. Non a caso Vienna ospita grandi centri di ricerca e ha sempre attirato artisti e intellettuali.

Come considerate la scelta-necessità di tanti giovani qualificati di trasferirsi all'estero?

Nessun paese dispone di un 'capitale umano' ricco come l'Italia. La qualità media dell'istruzione è decisamente superiore a quella degli altri Paesi industrializzati. Un nostro giovane diplomato o laureato ha un'apertura mentale, una cultura media e un'adattabilità superiore a quella dei suoi coetanei di altri Paesi. Se trova terreno fertile, è un seme che frutta molto. Non a caso Vienna è invasa da giovani italiani alla ricerca di un futuro che spesso trovano.

Nel romanzo storico mescolate realtà e fantasia, un po' come nella ricerca scientifica…

Più che realtà e fantasia, integriamo ipotesi e hard facts, facendoci assistere da esperti.

Anche Malaparte fu un giornalista e scrittore che confondeva fatti e immaginazione. Lo avete scelto per questo?

Per questa e per altre ragioni. Di Curzio Malaparte ci ha affascinato la prosa inimitabile, visionaria eppure basata su conoscenze ed esperienze di prima mano. Se oggi tornasse in vita, surclasserebbe quasi tutti gli scrittori italiani.  È stato al centro dei grandi eventi della sua epoca, anche negativamente, ma fu uno dei pochi intellettuali italiani ad avere il coraggio di porsi sul letto di morte la domanda fatidica: cosa ho fatto nella mia vita? Ci interessava soprattutto il suo lato 'storico-escatologico'. Per questo il libro, che ripercorre la biografia malapartiana secondo il suo stesso stile, si intitola 'Malaparte. Morte come me', alludendo al nome della sua villa di Capri, 'Casa come me', e ai titoli di suoi racconti quali 'Donna come me', 'Cane come me'. Nel 60° anniversario della morte, il romanzo viene presentato allo Strega da due storici di opposta ispirazione, Franco Cardini e Lucio Villari, che così vogliono evocare quella riconciliazione di cui abbiamo tutti bisogno. 

I vostri romanzi sono monumentali, secondo una tendenza ormai affermata anche in Italia. Ma come si concilia con la sempre minor lettura che tanto lamentiamo?

I romanzi-fiume sono di due tipi: i page turner all'americana e quelli che chiedono invece di rallentare, di entrare in un mondo. Noi rientriamo tra questi ultimi.

Come giudicate il ruolo del digitale, della rete, delle nuove tecnologie della fruizione culturale?

La tecnologia digitale è come un'arma: ottima o pessima a seconda dell'uso. Internet come strumento di documentazione è perfetto. Andiamo molto in biblioteca e compriamo sul mercato antiquario, ma dopo esserci aperti la strada col machete digitale: Google Books, i grandi motori di ricerca libraria come KVK, gli archivi storici inglesi e olandesi ormai quasi completamente digitalizzati. E quando gli editori ci chiedono di poterci pubblicare anche in e-book, accettiamo volentieri; alcuni racconti estrapolati dai nostri romanzi sono anzi online gratuitamente.

Dove farete crescere i vostri figli, in Italia o all'estero?

Il mondo di lingua tedesca è ancora solido e offre molte chance a chi ha buona volontà. Si bada al sodo, a lavorare e metter su famiglia. Proprio quello che manca in Italia! I nostri figli crescono bilingui e faranno le loro scelte a tempo debito.

Quali sono le principali difficoltà e i vantaggi del lavorare assieme tra coniugi? Vi sentite vicini a qualche coppia letteraria del passato?

Siamo simbiotici, complementari e telepatici. Quando scriviamo, ognuno dei due sa esattamente cosa attendersi dal partner. Poi 'ripassa' sul lavoro dell'altro, così da creare un'osmosi completa. È un lavoro molto impegnativo, non tutti sono disposti a farlo.

 

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