Un Napoleone insolito

Mentre è in esilio a Sant'Elena, Bonaparte incontra i signori Balcome e i loro quattro figli; tra questi c'è Betsy, una bambina vivace e curiosa che stringe amicizia con l'imperatore e lo spinge a raccontarle la sua vita. Il romanzo “Il giovane Napoleone” (Gallucci) di Ernesto Ferrero svela il lato umano e sensibile del generale
Dopo la sconfitta di Waterloo, il 18 giugno del 1815, Napoleone fu esiliato nell'isola di Sant'Elena, nell'oceano Atlantico meridionale, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita e dove morì il 5 maggio 1821. Proprio a Sant'Elena "un posto così lontano che da lì non sarebbe potuto scappare nemmeno il diavolo in persona", è ambientato il romanzo per ragazzi “Il giovane Napoleone” (Gallucci) di Ernesto Ferrero, che racconta un altro Bonaparte, sensibile e umano, vicino ai bambini e molto legato alla sua famiglia.
Dopo aver viaggiato per oltre sessanta giorni, Napoleone arriva nell'isola toscana e qui incontra i signori Balcome e conosce i loro quattro figli, tra i quali Betsy, una bambina vivace e curiosa che fa subito amicizia con lui, lo sollecita a raccontarle la sua vita e lo chiama con il diminutivo “Boney” come fosse un suo compagno di giochi.
“E tu, che bambino eri?” chiede la piccola Betsy. E così Napoleone racconta la propria infanzia ad Ajaccio, in Corsica, dove nacque; parla del suo nome, che faceva ridere i compagni, del cognome italiano che non piaceva ai francesi, della sua famiglia numerosa, della madre coraggiosa e sempre al suo fianco, anche nei momenti più tristi, e dei sogni del padre, che lo spinse a frequentare un collegio militare molto severo e rigido nella Champagne, dal quale poi per poi passò alla scuola militare di Parigi. “Mi pareva che Parigi l'avessero costruita 9 giganti. Tutto quello che avevo visto fino allora mi sembrava così piccolo, come la casa delle bambole delle mie sorelle. Ero come ubriaco, sempre con il naso all'aria, e dovevo stare attento a non farmi investire dalle carrozze”.
Fin da piccolo Bonaparte era determinato e studiava molto. “Quel che so, mia adorabile ignorantina (Betsy) lo so perché l'ho studiato. Non ho mai perso tempo, perché il tempo che perdi nessuno te lo restituisce più. Preferisco perdere centomila franchi piuttosto che un'ora di tempo”. Sapeva che non avrebbe mai accettato un destino mediocre e infatti racconta: “Mi appassionavano i calcoli astrusi. E poi la matematica serve per prendere le misure al mondo. Senza matematica non si può cambiare il mondo e io ero così ambizioso che volevo cambiarlo, farlo più grande e più bello e più efficiente, a mia immagine e somiglianza”. “A me la matematica non piace per niente” disse Betsy. “Invece mi piacciono i temi”. “Per amor di Dio! Io non ero proprio bravo, nei temi. I professori non riuscivano a leggere la mia calligrafia, la mia sintassi era un disastro. Però leggevo moltissimo, la notte, a lume di candela. La tenevo così vicina ai capelli che ogni tanto me li bruciacchiavo un po'. Leggevo le Vite parallele di Plutarco, le storie di grandi eroi. Ammiravo Alessandro Magno e Cesare. Mi dicevo che dovevo diventare come loro, anzi, più grande di loro! Rimpiango solo di non avere avuto più tempo per leggere libri, anche se ho letto molto, dappertutto, non appena avevo un minuto, perfino in battaglia. È bello avere in casa una biblioteca, sai? È come avere tanti amici”.
Il romanzo è scorrevole e contiene tante curiosità su Napoleone e sulla quarta di copertina si scrive che è consigliato dagli 8 ai 99 anni. Ed è proprio così, il libro è pensato infatti per i piccoli lettori, ma è adatto anche agli adulti. In esso i primi scopriranno un personaggio storico che è diventato, grazie alla sua costanza e voglia di emergere, un mito e si avvicineranno a lui con occhi diversi. I più grandi, invece, un uomo affascinante, con tanti lati nascosti da conoscere.
titolo: Il giovane Napoleone
categoria: Ragazzi
autore/i: Ferrero Ernesto
editore: Gallucci
pagine: 123
prezzo: € 11.50