Ascoltare il malato per curarlo
Paolo Trenta dedica un saggio alla “postura narrativa”, che si inserisce nella medicina narrativa. Si avverte l’esigenza di approfondire una pratica che metta in dialogo scienze umane e biomedicali per giungere a cure più efficaci, personalizzate e condivise con i malati
Paolo Trenta ha introdotto in Italia il concetto di “postura narrativa”, definita da Stefania Polvani, presidente della Società italiana di medicina narrativa, come “metafora dello stare con la giusta attitudine”, necessaria “per aver cura del corpo, dell’anima, della mente, dei pensieri, delle parole, dei gesti, del tempo”. L’idea di un libro – “Postura narrativa. I modi d’essere della cura” (Castelvecchi) - con questo focus specifico nasce proprio dal bisogno, espresso nei laboratori di formazione della Simen, di una conoscenza sistematizzata, per definire in modo chiaro in cosa consista, da cosa sia composta, a cosa serva come modalità di cura questa metodologia clinica.
La medicina narrativa prende le mosse da quanto proposto alla fine del secolo scorso nel mondo anglosassone, in particolare da Rita Charon alla Columbia University di New York, e si è diffusa anche in Italia, tra strutture pubbliche e aziende ospedaliere, con una propria specificità. A dimostrarlo, le sperimentazioni e applicazioni basate sulle pratiche narrative dei pazienti dell’Azienda sanitaria locale di Firenze e della Fondazione Istud, culminate nella realizzazione della “Consensus Conference” del 2014 da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Oggi, superata la fase di sensibilizzazione e promozione, si avverte soprattutto l’esigenza di lavori scientifici che possano approfondire una pratica più matura, con una propria solida epistemologia e premesse teoriche che mettano in dialogo i saperi delle scienze umane e della medicina.
L’integrazione deve comprendere come attuare meglio la metodologia narrativa di intervento clinico-assistenziale nella pratica clinica, per giungere a cure più efficaci, personalizzate e condivise con i malati e con coloro che a vario titolo sono coinvolti nel processo di cura, secondo una concezione che trascende i tradizionali limiti sanitari.
Il lavoro di Paolo Trenta è centrato sulla relazione terapeutica tra curanti e pazienti, dove la postura narrativa è un paradigma integrativo di quello basato sulle evidenze biomediche, laddove l’Ebm (Evidence Based Medicine) resta il metodo essenziale di approcciarsi al malato, ma nell’intento di costruire percorsi diagnostici, terapeutici e riabilitativi che sappiano coniugarlo con la specifica esperienza di ogni singola persona, con i suoi bisogni, valori, emozioni, aspettative. Nella prima parte del saggio vengono affrontati i temi della malattia intesa come condizione esistenziale, oltre che biologica, e del benessere e della salute visti in una prospettiva più approfondita. Le “posture” sono quindi la responsabilità, il rispetto, la generosità, la sollecitudine, l’attenzione, cioè le abilità che compongono la loro storia individuale, unica e irripetibile della persona malata.
Centrale, in tale approccio, l’ascolto attivo, la capacità di recepire davvero cosa ci dice chi chiede aiuto. Le narrazioni possono essere funzionali, utili per costruire percorsi terapeutici personalizzati, ma anche disfunzionali, che ostacolano un colloquio clinico efficace perché rigide, autoreferenziali, centrate unicamente sul sintomo. Occorre pertanto evitare qualunque enfasi acritica della narrazione e lo sguardo del curante dev’essere capace di vedere in modo consapevole, anche rispetto alle proprie matrici culturali.
Emozioni, dolore e sofferenza, oggettività, scienza sono parti di un processo di comprensione emotiva e razionale che determina le pratiche di cura, bisogna essere in grado di considerare questa complessità della relazione di cura, in cui la comunicazione gioca un ruolo centrale e la costruzione è sempre condivisa con la persona malata. Diversamente, è facile fallire un’efficace postura curante: colloquio clinico, capacità ermeneutica, interpretazione di quanto il paziente racconta, comprensione delle esperienze, sintonia sono condizioni necessarie per cogliere i bisogni e rispondere evitando però il contagio emotivo.
Titolo: Postura narrativa. I modi d’essere della cura
Categoria: Saggi
Autore: Paolo Trenta
Editore: Castelvecchi
Pagine: 216
Prezzo: 20,00