Focus: Franco Battiato

Tozeur, un'oasi ai margini del deserto

Tozeur, un'oasi ai margini del deserto
di Luisa De Biagi

Nel 1984 Franco Battiato e Alice cantavano all'Eurovision Song Contest un brano sull'incantevole città tunisina che sorge alle porte del Sahara. E di desertificazione ed ecosistemi aridi abbiamo parlato con Mauro Centritto, direttore dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr

 

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Nel 1984 Franco Battiato e Alice cantavano all'Eurovision Song Contest “Nei villaggi di frontiera guardano passare i treni, le strade deserte di Tozeur”, confermando il mito dell'incantevole città tunisina che sorge su un'oasi alle porte del Sahara. Fondata, forse, dagli antichi Egizi (o dai Berberi) e tradizionale crocevia carovaniero, meta di cibo, rigogliosi palmizi, acqua e salvezza nella regione semidesertica del Jerid, Tozeur è nota anche per essere stata set cinematografico di Star Wars e per la particolare qualità del dattero Deglet Nour.  

Recenti studi hanno dimostrato che la trasformazione del Sahara da prateria tropicale in deserto è stata un processo piuttosto lungo e graduale, durato migliaia di anni, in risposta al progressivo indebolimento dell'intensità dei monsoni. Con la diminuzione delle piogge, sparirono infatti alberi e manto erboso mentre fecero il loro ingresso le piante specializzate per sopravvivere nel deserto. “Il concetto di desertificazione si riferisce al processo di degrado causato dal progressivo calo di fertilità del suolo attraverso la distruzione della sua composizione e struttura dovuta non a un processo naturale, ma alla pressione antropica”, spiega Mauro Centritto, direttore dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) del Cnr. “Questa pressione può innescare la spirale negativa di processi quali: perdita di fertilità ed erosione del suolo, cambiamento nella composizione della vegetazione e riduzione della copertura vegetale, deterioramento della qualità dell'acqua e riduzione della sua disponibilità e, infine, cambiamento nel sistema climatico regionale. La velocità dei cambiamenti climatici che abbiamo sotto gli occhi, con aumento della temperatura, intensificazione del ciclo globale dell'acqua e conseguente aumento dell'incidenza e dell'intensità dei fenomeni di siccità e di altri eventi meteorologici estremi aggravano queste problematiche”. La desertificazione è presente a tutte le latitudini e in tutti i continenti: in totale 110 Paesi ne sono colpiti, Italia inclusa.

Le zone aride coprono quasi il 45% della superficie terrestre e svolgono però anche un ruolo importante. Continua il direttore del Cnr-Ipsp: “I cambiamenti della struttura e del funzionamento di questi ecosistemi determinano alterazioni nelle proprietà della superficie terrestre e modificano l'efficienza dello scambio di acqua, energia e CO2 tra gli ecosistemi e l'atmosfera. Basti pensare che, a causa del più alto albedo (il potere riflettente di una superficie) dei deserti rispetto alle foreste e ai terreni agricoli, l'aumento della desertificazione negli ultimi cinquant'anni ha contrastato il riscaldamento globale per un equivalente pari a circa il 20% del forcing radiativo globale causato dall'aumento delle emissioni di CO2 avvenute nello stesso periodo”.

Studi recenti dimostrano e confermano quindi una stretta interconnessione tra biodiversità e servizi ecosistemici. “Questi ultimi sono definiti dal Millennium Ecosystem Assessment (2005) come 'i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano'. La sfida fondamentale da affrontare rimane la riabilitazione dei territori minacciati dai processi di desertificazione mediante la loro riattivazione”, conclude Centritto. “Eventuali modifiche nella composizione e nell'abbondanza delle specie alterano i processi ecosistemici - in particolare quelli che influenzano i cicli biogeochimici e biogeofisici -  attraverso i cambiamenti nelle caratteristiche strutturali e funzionali degli ecosistemi. Vale la pena ribadire che la composizione delle specie e la loro diversità funzionale influenzano maggiormente il funzionamento degli ecosistemi quanto più le specie si differenziano nei loro effetti sui processi ecosistemici o nella loro risposta ai cambiamenti ambientali”.

Fonte: Mauro Centritto, Istituto per la protezione sostenibile delle piante , email mauro.centritto@cnr.it -

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