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Il tennis, un servizio per la ricerca

Il tennis, un servizio per la ricerca
di Edward Bartolucci

Questa attività sportiva, che in Italia sta vivendo un autentico boom, si caratterizza per l'utilizzo di materiali tecnologicamente innovativi come il grafene. Il Cnr è all'avanguardia in questo campo, come spiega Vincenzo Palermo, direttore dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività

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Di recente in Italia si sta riscontrando un vero e proprio boom del tennis. Per gli amatori non mancano certo le possibilità di destreggiarsi tra dritti, rovesci e volée negli oltre 9.000 circoli censiti dalla Federazione italiana tennis in tutte le provincie del Paese. I media poi stanno esaltando le gesta di una nuova generazione di tennisti professionisti, che proprio negli ultimi anni sta conquistando successi a livello mondiale mai ottenuti prima.

Inoltre, in quanto attività fisica non di contatto e praticata all'aperto in ampi spazi, non ha subito restrizioni durante la pandemia, anzi, negli ultimi sei mesi si è riscontrata una crescita del 58% di prenotazioni dei campi da tennis  - e di padel, altro sport di racchetta in ascesa - rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il 31% dei nuovi iscritti ai circoli provengono proprio dalle attività da palestra, penalizzate dalle recenti chiusure, e si stima che in molti continueranno con il tennis anche quando riprenderanno le vecchie discipline sportive.

Ma tra i segreti del grande successo del tennis negli ultimi anni, sia tra i professionisti che tra i giocatori dei circoli, c'è anche una significativa attività di ricerca nel settore dei materiali con cui si costruiscono le racchette. In particolare, grafite e grafene hanno permesso di ottenere prestazioni  impossibili fino a pochi lustri fa.

In passato, quando gli scienziati scoprivano un nuovo materiale, il suo primo utilizzo era di solito nel settore militare o aeronautico, solo in seguito si utilizzava per oggetti di uso quotidiano. Questo oggi non è più del tutto vero: il grande numero di appassionati di sport e tecnologia nel mondo spinge le aziende a introdurre nuovi materiali in racchette (ma anche in sci e scarponi, bici…). “Un chiaro esempio di questa tendenza è il grafene, un nuovo materiale fatto di foglietti di carbonio spessi un solo atomo e dalle proprietà eccezionali, che può essere ottenuto facilmente dalla normale grafite”, afferma Vincenzo Palermo, direttore dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività (Isof) e rappresentante del Cnr all'interno del progetto Graphene Flagship. “Le sue eccezionali proprietà furono individuate nel 2004, scoperta  premiata col Nobel nel 2010; già due anni dopo questo materiale era usato in prodotti di largo consumo. Fu una nota ditta austriaca a lanciare le prime racchette basate sulla tecnologia al grafene, che, aggiunto in dosi minime, permetteva di migliorare le proprietà meccaniche e quindi di ridurre la massa della racchetta nella sua parte centrale, migliorando quindi potenza e controllo”.

Il Cnr, in collaborazione con varie aziende italiane ed europee, è all'avanguardia per ampliarne l'uso dall'ambito sportivo ad applicazioni in grande scala nel settore automobilistico e aeronautico. “Collaboriamo da anni con aziende chiave come Fiat, Airbus e Leonardo per sfruttare le eccezionali proprietà del grafene nei compositi per automobili, aeroplani e satelliti di nuova generazione”, conclude il direttore del Cnr-Isof. “L'uso di nuovi materiali in questi settori è più impegnativo che in ambito sportivo perché ci sono molti più controlli di sicurezza e affidabilità, ma i risultati ottenuti sono molto promettenti. La ricerca scientifica ha permesso di sviluppare metodi per produrre grafene in grande scala, abbattendo i costi e mostrando sue nuove applicazioni. Al momento, gli usi di massa sfruttano per lo più un'unica proprietà del materiale, ossia la sua robustezza meccanica. Ma esso ha altri pregi, come alta conducibilità elettrica e termica, elevata  area superficiale, flessibilità. Per questo al Cnr-Isof studiamo con aziende italiane ed europee applicazioni di ogni genere. Ora, stiamo sviluppando nuovi filtri al grafene per rimuovere antibiotici e altri inquinanti dall'acqua, piste conduttive per proteggere gli aerei dal ghiaccio, antenne flessibili prive di metallo e sensori flessibili per monitorare le condizioni di pazienti e sportivi in tempo reale. Non sappiamo se tutte queste applicazioni arriveranno a essere utilizzabili su larga scala, ma il numero di imprese che ci chiede di fare ricerca e sviluppo in questo settore è aumentato rapidamente negli ultimi anni”.

Fonte: Vincenzo Palermo, Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività , email vincenzo.palermo@isof.cnr.it -

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