Saggi

Così fiorisce la letteratura

Copertina del libro I giardini degli scrittori
di M. F.

“I giardini degli scrittori” (EDT) di Luca Bergamin collaziona 40 digressioni e descrizioni su giardini, fiori, parchi, orti e frutteti amati, coltivati, frequentati o descritti da scrittori e scrittrici. Dalle ville siciliane del Gattopardo ai giardini marocchini di Paul Bowles, dall’Orto Botanico del Bronx di Philip Roth a Fëdor Dostoevskij tra i giardini di Boboli, dalle coltivazioni milanesi di Manzoni fino a Emily Dickinson ad Amherst

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Se a un medio lettore-spettatore boomer chiedessero un collegamento tra scrittori e fiori, la risposta cadrebbe inevitabilmente sulle orchidee di Nero Wolfe, protagonista con Archie Goodwin di decine di volumi, tra romanzi e raccolte di racconti, partoriti dalla fantasia dello scrittore statunitense Rex Stout a partire dal 1934 e tradotti in due seriali tv italiani, per i quali la preferenza del boomer va inevitabilmente al primo. Poi, magari, si potrebbero citare “I fiori del male” di Baudelaire, “una rosa è una rosa è una rosa” di Gertrude Stein, “le rose che non colsi” gozzaniane e i limoni montaliani “trombe d’oro della solarità”. Ma un viaggio tra i luoghi botanici dell’ispirazione della letteratura mondiale e le passioni floreali degli scrittori è assai più ampio, variegato e originale.

Ecco così che “I giardini degli scrittori” (EDT) di Luca Bergamin collaziona ben 40 capitoli di digressioni e descrizioni su giardini, fiori, parchi, orti e frutteti: amati, coltivati, frequentati o descritti da autori e autrici. Dalle ville siciliane del Gattopardo alla Monk’s House di Virginia Woolf, dal Pré Catelan di Marcel Proust ai giardini marocchini di Paul Bowles, dall’agrumeto di Elsa Morante a Procida all’Orto Botanico del Bronx di Philip Roth. E ancora: Robert Frost all’Arnold Arboretum di Boston, Jane Austen appassionata di rose nei giardini di Chawton, Fëdor Dostoevskij che scrive tra i giardini di Boboli a Firenze, i Giardini Inglesi della Reggia di Caserta che incantarono Montale, Grazia Deledda nella casa di Nuoro, Pirandello nell’oliveto di Caos, le coltivazioni milanesi di Manzoni, Javier Marias fra i giardini di Madrid, Josè Saramago a Lanzarote ed Emily Dickinson ad Amherst.

Il libro assomma diversi meriti: la storia letteraria trasversale è spesso più appassionante di quella verticale o lineare, dedicate cioè a un autore o periodo; il saggio raccoglie scrittori stranieri e italiani in una miscela equilibrata; l’apparato iconografico rende ancor più piacevole la lettura. Sarebbe stato utile un minimo apparato bibliografico e di note, ma il libro ha un evidente intento divulgativo e non scientifico. Viene alla mente, scorrendolo, un precedente come gli “Scritti galeotti”, rivolto alle vicende carcerarie e detentive di narratori e poeti.

L’autore è nato a Milano, ha vissuto a Roma, Firenze, Milano, Sydney e Barcellona, adesso abita in Salento. Ha lavorato per alcuni telegiornali nazionali, per El Mundo, Figaro e Financial Times e ora scrive di architettura, viaggio, giardini, luoghi e persone per Corriere della Sera e Sole 24 ore. Ha pubblicato di recente, a proposito di storie trasversali, anche “Andare per fari” (Il Mulino).

Titolo: I giardini degli scrittori
Categoria: Saggi
Autore: Luca Bergamin
Editore:  EDT
Pagine: 360
Prezzo: 15,00

 

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