Insetti dell’altro mondo
Gli insetti alieni colonizzano aree prive di predatori naturali, alterando i fragili equilibri ecologici. L'Italia è considerata un punto critico per l'ingresso di specie invasive in Europa, ma è anche tra i paesi più attivi nell'intercettazione di questi animali indesiderati. A descrivere la situazione è Francesco Nugnes ricercatore dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr
Gli insetti sono i veri protagonisti della biodiversità terrestre, presenti praticamente ovunque, dai mari alle foreste pluviali, dai deserti ai poli. Oltre a svolgere ruoli chiave come decompositori, impollinatori e a costituire cibo per molti animali, giocano anche un ruolo importante nel controllo naturale delle specie dannose per l'agricoltura: alcuni insetti predatori aiutano, infatti, a controllare le popolazioni di altri insetti dannosi per le colture, riducendo la necessità di pesticidi chimici. Ma cosa accade quando insetti originari di una determinata zona terrestre arrivano in nuovi territori? “Dal punto di vista ecologico, questo fenomeno può essere paragonato a una vera e propria invasione aliena. Gli insetti alieni, colonizzando zone dove non hanno predatori naturali, possono avere impatti significativi sugli ecosistemi locali”, spiega Francesco Nugnes, ricercatore dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) del Cnr. “Questi invasori possono competere con le specie autoctone per le risorse, alterare le catene alimentari e diffondere nuove malattie. Inoltre, alcune specie invasive possono causare danni alle colture agricole e problemi economici e ambientali. La straordinaria capacità di adattamento permette loro di colonizzare ambienti al di fuori del loro habitat naturale e li rende particolarmente difficili da controllare e gestire”.
Un esempio noto è la zanzara tigre, una specie arrivata in Italia dall'Asia sud-orientale più di trent'anni fa tramite il commercio di pneumatici usati e diffusasi su tutto il territorio grazie al clima mite. Questo insetto preoccupa non solo per il suo comportamento aggressivo nel nutrirsi, ma soprattutto per la sua capacità di trasmettere diversi patogeni umani, tra cui il virus della Dengue, della febbre gialla e dello Zika. Anche gli altri insetti alieni presenti sul territorio italiano sono arrivati prevalentemente a causa dell’intensificazione degli scambi commerciali a livello globale. Inoltre, diverse specie esotiche sono in grado di conquistare facilmente nuove zone e acclimatarsi grazie ai cambiamenti climatici in atto che creano condizioni favorevoli. L'agricoltura è tra i settori più vulnerabili alle loro invasioni. Negli ultimi anni abbiamo visto arrivare e insediarsi sul territorio diverse specie dannose. “Un esempio lampante è la Vespa velutina, conosciuta come calabrone asiatico, che dal 2012 minaccia le nostre api ed è attualmente presente in grandi concentrazioni in Liguria e nelle regioni limitrofe”, precisa il ricercatore del Cnr-Ipsp. “La Vespa velutina è un predatore molto aggressivo delle api da miele e potrebbe non solo ridurre la produzione mellifera fino al 50%, ma anche compromettere seriamente la presenza sul territorio delle api. Poiché le api svolgono un ruolo essenziale nell'impollinazione delle colture agricole e nella biodiversità, la diminuzione della loro popolazione, già a rischio a causa dell’inquinamento e dell’uso sconsiderato di fitofarmaci, potrebbe avere conseguenze importanti sull'ecosistema agricolo e naturale”.
Un altro insetto alieno che impatta fortemente sul settore agricolo italiano è la cimice asiatica, che da oltre un decennio infesta ortaggi e frutteti. “La cimice asiatica può completare il suo ciclo di vita due volte in un solo anno, il che significa che si riproduce più velocemente rispetto ad altri insetti che svolgono una generazione all’anno. Inoltre, durante i primi stadi vitali, è in grado di muoversi facilmente da un luogo all'altro. Queste caratteristiche hanno favorito la sua diffusione capillare su tutto il territorio, con gravi danni per l’agricoltura”, chiarisce Nugnes.
Vespa velutina
Negli ultimi anni, un altro esemplare dannoso ha fatto la sua comparsa in Italia: il Cerambicide dal collo rosso. “A differenza della cimice asiatica, il Cerambicide dal collo rosso ha una distribuzione meno diffusa a causa delle sue caratteristiche biologiche. Questo insetto, infatti, impiega tre anni per completare un ciclo di vita e si nutre principalmente di legno, passando tutto il periodo di sviluppo su una singola pianta ospite. Tuttavia, le attività umane, come il trasporto di legname infestato da una regione all'altra, possono facilitarne la diffusione in nuove aree”, aggiunge l’esperto.
Nonostante la normativa fitosanitaria preveda rigorosi controlli all'importazione, talvolta alcuni individui di specie invasive riescono a eluderli, non è raro infatti che specie aliene attraversino i confini per mezzo del materiale vegetale infestato trasportato nei bagagli dei passeggeri, spesso inconsapevoli del fatto che un semplice frutto può rappresentare una minaccia. L'Italia, grazie alla sua posizione geografica strategica che facilita gli scambi commerciali, al clima favorevole e alla diversità ambientale lungo tutta la Penisola, è considerata un punto critico per l'ingresso di specie invasive in Europa. Tuttavia, è anche uno dei Paesi più attivi nell'intercettazione di questi insetti indesiderati. Il Cnr-Ipsp è in prima linea per quanto riguarda il monitoraggio e la caratterizzazione di insetti alieni: grazie alla ricerca sul campo e a metodi diagnostici all’avanguardia sono infatti in grado di identificare rapidamente le specie invasive, permettendo interventi tempestivi che aiutano a ridurre i danni ambientali ed economici. “Proprio il trasporto accidentale di materiale infestato dai Paesi di origine potrebbe aver facilitato l'ingresso in Italia della mosca orientale della frutta”, sottolinea Nugnes. “In seguito ai ritrovamenti di questo insetto in Campania e in Emilia-Romagna tra il 2022 e il 2023, è stato attivato un piano di emergenza nazionale seguito da altri di azione regionali che definiscono le misure ufficiali per monitorare e contenere l'infestazione. L'istituzione di tali piani e le misure preventive per evitare l'ingresso di specie aliene richiedono ingenti investimenti, che si aggiungono ai costi diretti causati dalle invasioni biologiche che, secondo alcune stime, superano i 25 miliardi di dollari l'anno a livello globale”.
La natura, tuttavia, spesso riesce a contrastare autonomamente queste nuovi arrivi: nei luoghi invasi si trovano infatti spesso antagonisti naturali che mitigano i danni degli insetti alieni. “Un esempio è il caso di alcuni insetti che combattono l'aleirode spinoso degli agrumi, un parassita originario dell'Asia che si nutre della linfa delle piante, causandone il deperimento”, precisa il ricercatore. “Diffusosi in tutto il Paese e in altri stati europei, negli ultimi anni ne sono state individuate specie in grado di contenerne la popolazione e ridurne i danni. Tra queste, due specie di coleotteri predatori e una nuova specie di imenottero parassitoide. Non è ancora chiaro se quest’ultima sia endemica o originaria dell'Asia, ma spesso accade che, insieme all'insetto dannoso, vengano introdotti anche uno o più antagonisti naturali. Tali invasioni parallele spesso avvengono prima che siano introdotti da parte dell’essere umano agenti di biocontrollo, ossia organismi viventi usati per controllare o ridurre la popolazione di insetti nocivi. È importante ricordare che non esistono frontiere capaci di fermare gli insetti e che nuovi equilibri tra specie esotiche e autoctone possono essere raggiunti indipendentemente dall'intervento umano”.
Sebbene la natura svolga un ruolo cruciale nel mitigare gli effetti delle invasioni biologiche, è fondamentale però adottare efficaci misure preventive. “Controlli rigorosi, una sorveglianza attenta, l’ottimizzazione di metodi diagnostici precoci e lo sviluppo di tecnologie per il riconoscimento tramite l’Intelligenza artificiale sono essenziali per intercettare tempestivamente le specie di insetti alieni. I ricercatori del Cnr-Ipsp collaborano attivamente con aziende ed enti italiani ed europei per lo sviluppo sia di nuovi e più veloci metodi rapidi di diagnostica sia di tecnologie per il riconoscimento di insetti basate su AI. Sono comunque di fondamentale importanza anche le azioni di informazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini riguardo la necessità di evitare il trasporto non autorizzato di materiale vegetale e di segnalare prontamente la presenza di specie sospette. Solo attraverso un approccio integrato e la collaborazione di tutti possiamo affrontare con successo la minaccia delle specie aliene invasive”, conclude Nugnes.
Fonte: Francesco Nugnes, Istituto per la protezione sostenibile delle piante, francesco.nugnes@ipsp.cnr.it