Cinescienza: Uguali ma diversi

Legato a doppio filo

Il protagonista Chuck Barris (Sam Rockwell) cammina di notte in una strada illuminata
di Danilo Santelli

Esordio alla regia di George Clooney, "Confessioni di una mente pericolosa" descrive la vita di Chuck Barris (Sam Rockwell), anchorman televisivo e al contempo sicario per la Cia, negli anni della guerra fredda tra Usa e Urss. Grazie a Flavia Marino, piscoterapeuta e ricercatrice dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Cnr, affrontiamo un'analisi psicologica della dualità esibita da Chuck Barris, esplorando i tratti caratteriali che rendono alcuni individui più inclini a manifestare una doppia personalità e i meccanismi che possono determinarla

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“Confessioni di una mente pericolosa” è il primo film da regista di George Clooney. Uscito nelle sale nel 2002, racconta la vita di Chuck Barris, che tra gli anni ’60 e ’80 del Novecento fu autore, regista e conduttore di molti programmi tv di successo negli Stati Uniti, che divennero format televisivi adottati anche nei palinsesti di altri Paesi. Il vero Barris scrisse un’autobiografia, dalla quale il film prende spunto e nome, in cui narrò la sua duplice esistenza di showman e killer della Cia, l’agenzia di spionaggio americana. La vicenda fu ufficialmente smentita dalla Cia, che la bollò come un’invenzione dopo l’uscita della pellicola nelle sale cinematografiche americane.

Barris, una sorta di moderno Giano bifronte, rappresenta una figura enigmatica dello showbusiness americano, nella quale si compenetrano televisione e spionaggio, realtà e finzione. “Gli individui predisposti a sviluppare una doppia vita spesso manifestano tratti quali propensione all'avventura, tolleranza al rischio e flessibilità morale. Questi caratteri convergono nella rappresentazione di una personalità che trova stimolo nell'assunzione di ruoli diversi, sia in ambito professionale che personale. Nel contesto del film, la nozione tradizionale di doppia vita, centrata sulle relazioni amorose o sessuali, viene ampliata, evidenziando come l'adozione di identità multiple possa estendersi anche a contesti lavorativi e più genericamente sociali”, illustra Flavia Marino, psicoterapeuta e ricercatrice dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica (Irib) del Cnr.

Locandina del film

La pellicola offre lo spunto per una disamina delle caratteristiche da abile orditore e impostore che il protagonista, interpretato da Sam Rockwell, dimostra di possedere.  “Nel film la figura di Chuck appare come quella di un manipolatore di spicco, che opera mediante una raffinata combinazione di astuzia e persuasione. Infatti, la capacità di presentare un'immagine di sé stesso conforme agli obiettivi che si è prefissato, unita a una notevole destrezza nella dissimulazione, costituisce una componente fondamentale del comportamento manipolatorio. Il protagonista, attraverso l'utilizzo della manipolazione nell'ambito televisivo e in quello delle operazioni di spionaggio, dimostra una grande capacità di esprimere queste abilità in differenti contesti della vita”, prosegue la ricercatrice.

Il film propone uno sguardo approfondito sulla complessità umana, evidenziando le motivazioni e le dinamiche psicologiche che alimentano la manifestazione di una doppia vita. “Attraverso l'identificazione dei tratti predisponenti e delle modalità operative di un manipolatore come Barris, è possibile comprendere le intricate sfaccettature del comportamento umano in scenari complessi e stratificati. Il suo carisma magnetico e la grande capacità persuasiva suggeriscono la presenza di caratteristiche proprie del narcisismo patologico, mentre la totale mancanza di empatia e la predisposizione alla manipolazione rivelano aspetti della personalità con forti tratti antisociali”, conclude Marino.