Focus: Notte

Pipistrelli da salvare e non demonizzare

Pipistrello
di Rita Bugliosi

Ispiratori di molti personaggi in letteratura, da Dracula a Batman, questi volatili notturni, in questo periodo accusati di aver causato la diffusione della Covid-19, sono in realtà utili all'uomo e all'ambiente. Ne parliamo con Laura Garzoli del Cnr-Irsa

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Sono vari i volatili notturni - dai gufi alle civette, fino agli allocchi e ai barbagianni - ma certo quello che più affascina, probabilmente perché ha ispirato personaggi letterari (Dracula) e fumettistici (Batman) di successo, è il pipistrello o chirottero. Questo animale presenta alcune interessanti particolarità scientifiche: è l'unico mammifero a saper volare e comunica in un modo particolare, attraverso gli ultrasuoni. A portarlo recentemente al centro dell'attenzione è stato il Covid-19, la cui diffusione all'uomo è stata attribuita proprio al pipistrello.

“Sebbene per nessun Coronavirus ci sia stata la trasmissione diretta dai pipistrelli all'uomo e sebbene la presenza di questi animali nelle abitazioni non crei nessun rischio sanitario, quasi tutti pensano che il loro ruolo sia stato determinante nella trasmissione del Sars-CoV-2”, commenta Laura Garzoli dell'Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Cnr di Verbania (No). “All'origine di questa convinzione, il fatto che in alcune specie in Cina sia stato ritrovato un 'progenitore' del virus, un antenato geneticamente lontano che ha dovuto trasformarsi in molti altri animali prima di arrivare alla forma attuale e infettare l'uomo. D'altronde, anche per i virus della Sars e della Mers i pipistrelli sono stati incolpati ingiustamente: si è scoperto infatti che per la prima i veri responsabili erano gli zibetti, mentre per l'altra i dromedari”.

All'origine della credenza che ci siano i chirotteri dietro la diffusione della Covid-19 c'è probabilmente il fatto, vero, che questi volatili sono portatori di numerosi virus, un dato sul quale la ricercatrice del Cnr-Irsa fornisce però un chiarimento: “È vero, i pipistrelli ospitano innumerevoli virus, quasi sempre non patogeni, come tutti gli animali selvatici. I roditori, geneticamente distanti dai pipistrelli, ospitano ad esempio un numero molto maggiore di virus portatori di malattie per l'uomo. Inoltre, è stato dimostrato che il gran numero di virus trovato nei chirotteri è dovuto al fatto che questi presentano una varietà di specie (circa 1.400, quasi un quarto dei mammiferi conosciuti), molto superiore a quella di altri gruppi. La loro capacità di ospitare virus senza, in molti casi, sviluppare alcuna patologia, come la loro longevità, è legata a ragioni evolutive: sono infatti in grado di resistere bene allo stress ossidativo, qualità che deriva loro dal fatto che, essendo gli unici mammiferi capaci di volo attivo, hanno dovuto sviluppare meccanismi protettivi verso forme reattive di ossigeno (Ros) che producono danni al Dna. E proprio gli studi scientifici su questa loro straordinaria capacità di resistenza può permetterci di individuare nuove strategie terapeutiche per diverse malattie umane, tra cui i tumori”.

All'origine del cosiddetto “spillover”, il salto di patogeni da una specie all'altra che ha determinato la diffusione del Covid-19, è probabilmente il pangolino, come spiegato dall'Ispra. “I chirotteri sono anzi utili nella lotta agli insetti fastidiosi e dannosi perché, oltre a nutrirsi di zanzare, predano diversi parassiti per l'agricoltura”, continua Garzoli. “Negli ecosistemi tropicali contribuiscono in maniera significativa all'impollinazione e alla disseminazione di centinaia di piante, comprese specie che producono frutta, legname e sostanze di interesse farmaceutico. Il loro guano, poi, costituisce uno straordinario fertilizzante” .

I pipistrelli, in Italia e in Europa, sono specie protette perché a rischio di estinzione. “L'abuso di pesticidi, la distruzione degli habitat, ma anche le uccisioni e gli allontanamenti dai rifugi da parte dell'uomo ne stanno compromettendo la sopravvivenza, con gravi ricadute per la vita dell'uomo sulla Terra”, conclude la ricercatrice.

(Immagini della Stazione teriologica piemontese)

Fonte: Laura Garzoli, Istituto di ricerca sulle acque, e-mail laura.garzoli@cnr.it

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