Saggi

Buchi bianchi, buchi neri, buchi veri

copertina buchi
di M. F.

Carlo Rovelli, nel suo ultimo libro, propone alcune ipotesi e ragionamenti in un viaggio concettuale ispirato come sempre a scienziati, Einstein in primis, ma anche a poeti come Dante. Alcune espressioni possono essere prese per buone, altre restano difficilmente accettabili. Rovelli poi fa notare che tutto quanto si dice e pensa al riguardo potrebbe essere sbagliato

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Mentre i buchi neri sono noti da mezzo secolo, quando abbiamo avuto prove certe della loro esistenza, già ipotizzata da Karl Schwarzschild nel 1915 sulla scorta della relatività generale di Einstein, i buchi bianchi sono oggetti ancora più misteriosi. Carlo Rovelli, nel suo “Buchi bianchi. Dentro l’orizzonte” propone però alcune ipotesi e ragionamenti per farceli comprendere.

“Non lo so se l’idea che i buchi neri finiscano la loro lunga vita trasformandosi in buchi bianchi sia giusta”, ammette il fisico. “È il fenomeno che ho studiato in questi ultimi anni. Coinvolge la natura quantistica del tempo e dello spazio, la coesistenza di prospettive diverse, e la ragione della differenza fra passato e futuro. Esplorare questa idea è un’avventura ancora in corso. Ve la racconto come in un bollettino dal fronte. Cosa sono esattamente i buchi neri, che pullulano nell’universo. Cosa sono i buchi bianchi, i loro elusivi fratelli minori. E le domande che mi inseguono da sempre: come facciamo a capire quello che non abbiamo mai visto? Perché vogliamo sempre andare a vedere un po’ più in là...?”.

Come ha commentato Patrizia Caraveo: “Mentre gli astrofisici, che raccolgono dati sui buchi neri, si devono fermare al muro invalicabile dell’orizzonte degli eventi, i fisici teorici si possono permettere di andare al di là per scoprire cosa c’è (o ci potrebbe essere) dentro”. Quello di Rovelli è un viaggio concettuale ispirato come sempre a scienziati, Einstein con le sue equazioni in primis, ma anche a intellettuali “umanistici” o forse meglio dire “olistici” come Dante, che viene citato spesso. L’autore spiega come l’idea di addentrarsi in questo territorio inesplorato sia nata da una conversazione con un giovane collega.

Non è un libro banale, alcune espressioni possono essere prese semplicemente per buone, per esempio che dal buco nero nulla può uscire, mentre nel buco bianco nulla può entrare. Altre restano difficilmente accedibili, nonostante l’apparato di immagini che si abbina ad alcune di esse. Rovelli poi è sempre provocatorio, fa notare che tutto quanto si dice e pensa al riguardo potrebbe essere sbagliato, che non ha neanche l’idea di come si potrebbe cercare la prova dell’esistenza dei buchi bianchi. Tuttavia, i buchi neri e il bosone di Higgs, la particella elementare ormai nota almeno di nome a tutti, hanno atteso decenni per passare dall’ipotesi teorica alla prova sperimentale e all’osservazione: anche stavolta la soluzione potrebbe essere più o meno prossima.

 

Titolo: Buchi bianchi
Categoria: Saggi
Autore/i: Carlo Rovelli
Editore: Adelphi
Pagine: 144
Prezzo: 14,00

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