Sarebbe bello vivere “Senza rimpianti”, come titola il saggio di Robert L. Leahy. Oppure no? Sebbene in genere siano considerati come un’esperienza esclusivamente negativa, questi sentimenti hanno una funzione evolutiva, perché favoriscono l’adattamento a determinate situazioni. In sostanza, ci consentono di imparare dagli errori, anche se possono tenerci sotto scacco alimentando l’autocritica, la depressione e l’indecisione. Come imparare ad avere un approccio equilibrato? Non è facile. Secondo i “massimizzatori” si dovrebbe perseguire il risultato migliore in assoluto, il che porta spesso come conseguenza all’indecisione; i soddisfatti, convinti che non esista certezza, si accontentano ma così evitano di confrontare l’esito effettivo di una decisione con i risultati migliori che avrebbero potuto raggiungere. “Forse la saggezza è a metà strada tra questi due estremi” osserva, in modo piuttosto ovvio, l’autore.
Nel saggio si affronta poi il “duplice problema del perfezionismo emotivo e del perfezionismo esistenziale”, cioè l’idea che le emozioni debbano sempre essere piacevoli, che contribuisce ad alimentare l’insoddisfazione. “La felicità potrà anche essere un valore ma non sempre è una realtà. La persona resiliente comprende che vivere significa provare l’intera gamma di emozioni”, osserva Leahy, anche qui rasentando la banalità.
Insomma: se il nostro obiettivo è di non avere mai alcun rimpianto ci ritroveremo spesso bloccati nell’indecisione, “perché i rimpianti sono in molti casi il prezzo del vivere nel mondo reale”, dunque impariamo a conviversi. Evitando che diventino la zavorra con cui rimaniamo impantanati nel passato.
Titolo: Senza rimpianti
Categoria: Saggi
Autore: Robert L. Leahy
Editore: Raffaello Cortina
Pagine: 284
Prezzo: 21,00
