Saggi

L’emancipazione involontaria della donna

copertina anima e corpo
di M. F.

Isabella Gagliardi, in “Anima e corpo”, avvia un percorso di indagine che svela delle dinamiche assai poco scontate. La donna era considerata impura, debole, imperfetta, ma nel contesto domestico o religioso spesso riceveva un’educazione e un’istruzione dove si sviluppano talenti e abilità intellettuali e artistiche

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La decenza e il pudore un tempo inducevano a evitare contatti fisici intimi tra medici maschi e pazienti di sesso femminile. Ciò nonostante, le donne medico subirono una progressiva marginalizzazione anche a opera di università e associazioni di arti e mestieri.

Isabella Gagliardi, in “Anima e corpo”, parte da questa considerazione, apparentemente banale, per avviare un percorso di indagine che svela delle dinamiche assai meno scontate. La donna era considerata generatrice di vita ma anche impura, debole, imperfetta, fino all’infamia estrema del bordello e della prostituzione. D’altro canto la legislazione ebraica, cristiana e islamica sostanzialmente convergeva nel considerare la donna inferiore e comunque destinata allo sposo e alla famiglia. Questo contesto domestico, però, spesso era anche il luogo dell’educazione e dell’istruzione dove si sviluppano talenti e abilità intellettuali e artistiche (nel senso più ampio del termine) attraverso percorsi in prevalenza informali, che hanno costituito la cifra denotativa dei processi di acculturazione femminili nelle società più antiche.

I lavori che le donne svolgevano, rispondendo a bisogni effettivi, agevolavano cioè l’acquisizione di saperi e tecniche quali la manipolazione di erbe, cibi e pietre. E anche nei contesti scolastici più umili, accanto all’insegnamento di attività considerate femminili come il cucito o il ricamo, comparivano i rudimenti della letteratura e della scrittura. La vita cristiana al femminile in comune, in microsocietà di sole donne, consentì infine una qualche forma di autonomia di gruppo.

Per quanto giuridicamente imperfette, bisognose della cura e della mediazione maschile, le donne finirono così per esprimere figure illustri, stimate proprio perché avevano superato il loro livello “naturale di esseri imperfetti e si avvicinavano alla nobiltà dell’essere uomo”. Straordinarie, quindi, “perché non erano donne”. La medicina, come la religione e dal diritto, non poté non essere influenzata da questa involontaria forma di emancipazione.

Titolo: Anima e corpo
Categoria: Saggi
Autore: Isabella Gagliardi
Editore: Carocci
Pagine: 300
Prezzo: 30,00

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