Saggi

Puniti con la fame

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di Patrizio Mignano

Anne Applebaum, nel libro “La grande carestia”, ricostruisce gli eventi che hanno caratterizzato la politica di collettivizzazione agricola forzata promossa da Stalin nel 1929. L'inizio di una tragica mancanza di cibo che provocò vittime soprattutto in Ucraina

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Anne Applebaum, giornalista e saggista statunitense, da anni impegnata nella divulgazione degli eventi che hanno contraddistinto l'Europa dell'Est, ha dedicato il suo ultimo libro “La grande carestia” (Mondadori), alla tragedia che ha provocato la morte di oltre cinque milioni di cittadini ucraini, tra il 1931 e il 1933, a causa della politica di collettivizzazione agricola messa in atto da Stalin. Dal 1929 lo Stato Sovietico costrinse milioni di contadini russi a consegnare bestiame, attrezzi e ogni tipo di scorta alimentare, segnando così l'inizio di una catastrofica carestia (Holodomor) che causò le sue vittime, in gran parte nella Repubblica socialista Ucraina. I cui cittadini, inoltre, subirono terribili punizioni per aver contestato il sistema della proprietà collettiva.

Di fronte alle brutalità e increduli che le responsabilità potessero essere dello Stato sovietico alcuni contadini, si legge nel volume, così scrivevano al Cremlino: “Onorevole compagno Stalin c'è una legge del governo sovietico che dice che gli abitanti delle campagne devono soffrire la fame? Perché noi, lavoratori di una fattoria collettiva, non abbiamo una fetta di pane nella nostra azienda… Come possiamo costruire un'economia popolare socialista quando siamo condannati a morire di fame, visto che al raccolto mancano ancora quattro mesi? Per cosa siamo morti sui campi di battaglia? Per soffrire la fame, per vedere i nostri figli morire tra i morsi della fame?”.

I rapporti della polizia segreta dell'epoca, riporta la Applebaum, parlano di bambini gonfi per la denutrizione, di famiglie che si nutrono di erba e ghiande, di contadini che abbandonano le case in cerca di cibo. A questa grave carenza di alimenti si unisce l'azione di repressione: mentre nelle campagne i contadini muoiono per la mancanza di cibo, l'élite formata da professori, curatori di musei, scrittori, artisti, sacerdoti, teologi, funzionari pubblici e burocrati, è perseguitata in quanto appartenenti a categorie “nemiche del socialismo”.

Fatti rimasti in gran parte sconosciuti anche per il boicottaggio operato contro chi, come il giornalista gallese Gareth Jones, tentava di denunciare quelle terribili vicende. Il combinato disposto tra le due politiche, collettivizzazione agricola da una parte e repressione della classe politica e intellettuale dall'altra, portarono - come scvive Raphael Lemkin, giurista ebreo polacco, nella prefazione al volume - a “un caso di genocidio, di distruzione non solo di individui, ma di una cultura e di una nazione”.

titolo: La grande carestia
categoria: Saggi
autore/i: Applebaum Anne
editore: Mondadori
pagine: 552
prezzo: € 32.00

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