Saggi

Placebo, il dibattito è aperto

Il volume L'effetto placebo
di Rita Bugliosi

Il placebo è il finto trattamento al quale vengono sottoposti alcuni dei pazienti inseriti in un trial clinico finalizzato a testare una nuova terapia. Secondo la logica, un farmaco, privo di qualsiasi principio attivo, non dovrebbe apportare alcun miglioramento, ma nella realtà non è così. A spiegarlo, 'L'effetto placebo', il volume che il neurofisiologo Fabrizio Benedetti ha dedicato all'argomento

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Il placebo è il finto trattamento al quale vengono sottoposti alcuni dei pazienti inseriti in un trial clinico finalizzato a testare una nuova terapia per confrontare la reazione di questi soggetti con quella dei pazienti ai quali il nuovo farmaco viene invece effettivamente somministrato, così da valutarne l'efficacia. Secondo la logica, un farmaco, privo di qualsiasi principio attivo, non dovrebbe apportare alcun miglioramento, ma nella realtà non è così. A spiegarlo, 'L'effetto placebo', il volume interessante e di facile lettura, edito da Carocci, che il neurofisiologo Fabrizio Benedetti ha dedicato all'argomento. Benedetti, fin dalla prefazione, definisce l'effetto placebo "un fenomeno biologico che avviene nel cervello del paziente e che ci fa capire come funziona la nostra mente e come eventi mentali complessi sono in grado di influenzare tutto il nostro corpo".

La trattazione di questa "finestra sull'interazione mente-cervello-corpo" da parte dell'autore inizia con un quesito fondamentale: "È il pensiero, o la mente che dir si voglia, qualcosa di immateriale, che va ad attivare il cervello? Oppure la mente deriva dall'attività del cervello?"

Non si tralascia neppure l'esame storico del fenomeno, sostenendo che "la storia della medicina equivale più o meno alla storia del placebo", poichè molte terapie utilizzate nei secoli passati erano prive di qualsiasi azione curativa: basti pensare al ricorso a vermi, peli, denti o corna di animali usati dai popoli primitivi e somministrati da sciamani e guaritori ancora oggi per curare i disturbi più vari.

Arrivando ai nostri tempi, il neurofisiologo evidenzia la diversità tra i medici, che considerano "qualsiasi miglioramento che avvenga in seguito alla somministrazione di un placebo, senza distinguere tra remissione spontanea della malattia o aspettative del paziente", e gli psicologi e i neuroscienziati per i quali l'effetto sta "solo e soltanto" nell'aspettativa, "cioè quello che avviene nel cervello del paziente dopo la somministrazione di un placebo".

Affinché il placebo sia efficace c'è bisogno di un contesto psicosociale complesso fatto di "parole, comportamenti, attitudini del personale sanitario", e occorre che il malato abbia aspettative positive, determinanti per l'efficacia di qualsiasi terapia sia l'agopuntura o un falso antidolorifico: "Il paziente sta male, gli viene data una terapia finta, egli si aspetta un grosso beneficio, il suo nucleo accumbens rilascia dopamina che attiva vie biochimiche che inibiscono il dolore, quindi sta meglio".

Dopo aver esaminato, tra gli altri, temi quali il rapporto tra medicina alternativa e placebo; le motivazioni della sua grande efficacia nel trattamento del dolore, Benedetti affronta il problema etico, su due aspetti in particolare: l'utilizzo nei trial clinici e nella pratica medica su cui la discussione tra oppositori e difensori del suo uso è vivace. Il volume si conclude con una bibliografia di approfondimento.

titolo: L’effetto placebo
categoria: Saggi
autore/i: Benedetti Fabrizio
editore: Carocci
pagine: 127
prezzo: € 12.00

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