Finestra sulla noia
Una raccolta di aforismi conferma Cioran quale filosofo dell’assurdo. Ci restituisce il suo irriducibile approccio depressivo, il senso dell’inanità del tutto, al quale nemmeno la scienza o la medicina possono opporsi. Al pensatore rumeno è negato anche il sollievo del riposo
Nel corso di una lunga crisi interiore, Emil M. Cioran vaga nell’anonimato dei boulevard di Parigi e in piccole provvisorie camere d’albergo, abbozzando quattro opere senza pubblicarne nemmeno una. Quel manoscritto esce ora da Adelphi col titolo di “Finestra sul nulla”. Ogni definizione che vi è raccolta racconta di una depressione evidente: “Ho preso sul serio la morte. L’ho preceduta”, la felicità è un “pane volgare”, “Mossa a pietà dalle Tenebre, la Luce vi è discesa per salvarle ma ha finito per esserne sconfitta". E dice di una misantropia inguaribile: “Gli uomini si assomigliano gli uni agli altri peggio delle croci di un cimitero militare", "una purezza ostile alla collettività […] alla massa e alla melma stupida”, "hai vissuto troppo in mezzo ai tuoi simili perché il loro fiato impuro non ti insudiciasse”.
All'autore è negato anche il sollievo del riposo: “La natura ci ha donato il sonno, incoscienza reversibile, per guarirci dal male che lo stato di veglia infligge”, poichè soffre di insonnia. Resta, per fortuna, la musica, “solo lei […] mi consola di essere mai stato”.
Emergono, in questo scenario, solipsichiatrico e desolante anche interrogazioni sulla realtà fattuale, razionale e scientifica di un certo interesse. Intanto, il senso dell’entropia che investe tanto l’uomo come il resto della natura, che forse Cioran preferirebbe chiamare freudianamente “pulsione di morte”: “La salute è una malattia incompleta”; “Sentire la nostra putrefazione interiore viverla come una malattia ci dà l’illusione della salute. Perché la malattia è attiva, ha un nome, un destino, mentre il disfacimento passivo delle nostre membra ci sottrae all’ambito degli atti. Sopportare un male che abbiamo compreso significa partecipare al ritmo del divenire; sopportarne invece uno inclassificabile ci getta nell’oscuro anonimato della materia”; “Di fronte alle grandi dimensioni né la Terra né l’essere umano possono aspirare alla realtà. La scienza si sforza di provare la loro invisibilità”.
Cioran si conferma in questi pensieri come il pensatore dell’assurdità, “La logica percepita dal vissuto immediato è un male della mente”, secondo cui l’esistenza “è un mito”. Ma in questa insistenza irrazionalistica e angosciata affiorano alcuni elementi auto-ironici: “La tristezza è più facile del genio, esige solo un po' di malattia e un grammo di talento”; “Le preoccupazioni astratte si impadroniscono di noi e ci fanno dimenticare, attraverso grandi infelicità, quelle preoccupazioni che ci permettono di proteggerci e di conservarci”.
La riflessione ostinata sul nulla non può, d'altronde, che capovolgersi in una constatazione dell’inanità del tutto: “quando lo spirito genera turbamenti astratti non commisurati alle esigenze immediate, quando costruisce sul panico vitale un mondo di angosce che non trovano necessità negli istinti, entriamo allora nell’ordine dell’inquietudine che costituisce l’inutile malattia dell’anima”. E questa raccolta di aforismi, genere letterario che anche nei più grandi non si sottrae a una certa percezione di superficiale estemporaneità, avrebbe ben potuto essere intitolata “Finestra sulla noia”. Come dice il filosofo rumeno: “Per quanto possano variare i paesaggi del mondo, i pomeriggi della Domenica si assomigliano tutti. Che ci si trovi in una capanna o a Parigi non c’è modo di impedire lo sfogo del male interiore. Ovunque si voglia fuggire il maledetto settimo giorno, ogni rimedio si rivela impotente davanti a una malattia già prevista nella cronologia della Genesi”.
Titolo: Finestra sul nulla
Categoria: Saggi
Autore: Emil M. Cioran
Editore: Adelphi
Pagine: 227
Prezzo: 14,00