Specialistica

Vivere (dis)informati e felici

di Francesca Gorini

Le fake news esistono da molto prima dell'avvento del www: con il suo libro “La disinformazione felice” Fabio Paglieri, ricercatore dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, spiega come imparare a convivere con la quantità e la qualità dell'informazione in cui siamo

Pubblicato il

“Il tentativo – casuale o deliberato – di spacciare informazioni false, travestendole da verità, esiste da sempre: oggi le chiamiamo fake news, ma un'occhiata alla storia rivela che la disinformazione ha un cuore antico. Persino descrivendo la pestilenza che afflisse Atene nel 430 a.C., lo storico Tucidide riporta la diffusa diceria secondo cui gli untori sarebbero stati gli odiati Spartani, colpevoli di avere avvelenato i pozzi del Pireo. In realtà il contagio veniva dall'Africa, e proprio per questo si era manifestato prima nella zona del porto, ovvero il Pireo: tuttavia la necessità di costruire un nemico e trovare spiegazioni confortanti ai mali del mondo producevano abbagli già all'epoca”.

Così Fabio Paglieri, ricercatore dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr e attento divulgatore, introduce il tema al centro del sul ultimo libro “La disinformazione felice”, appena uscito per la casa editrice Il Mulino.

“Oggi, basta sostituire Atene con gli Stati Uniti, Sparta con la Cina, i pozzi del Pireo coi fantomatici laboratori di Wuhan, e ci accorgiamo di parlare di cronaca corrente. Né le motivazioni sono granché differenti, tanto sul piano cognitivo - il bisogno di spiegazioni semplici e consolatorie - quanto su quello politico, cioè il calcolato uso di eventi tragici a fini propagandistici”, aggiunge il ricercatore.

Il libro presenta un'inaspettata carrellata di “bufale” del passato: dallo svarione cartografico della California tramutata in isola sulle mappe di mezzo mondo alla leggenda medievale del Prete Gianni, fantomatico re sacerdote che gli esploratori cristiani cercarono invano prima in Asia e poi in Africa, fino al più tragico caso dei Protocolli dei Savi di Sion, opera firmata dal russo Sergej Nilus nei primissimi anni del 1900 (ma dalla composizione assai più complessa), e successivamente usata da molti – Adolf Hitler in primis – per giustificare la persecuzione degli ebrei.

Oggi, rispetto al passato, assistiamo a un vertiginoso aumento nella produzione e circolazione delle informazioni, per questo abbiamo la percezione di essere bersagliati da fake news, quando in realtà l'informazione falsa è sì cresciuta, ma di pari passo con quella vera. “In questo contesto, è la nostra capacità di discernimento, con tutti i suoi limiti, a fare la differenza. Quello che propongo nel libro non è la soluzione al problema delle fake news, ma il tentativo di imparare a convivere con esse in modo produttivo, considerandole come fantastici laboratori su cui affinare le nostre competenze. Accostarsi al mondo dell'informazione e dei social con la giusta onestà intellettuale, che ci consenta di distinguere fra ciò di cui siamo ragionevolmente sicuri e ciò a cui crediamo per sentito dire o semplice inerzia, è la base per vivere felici nella nuova ecologia dell'informazione”, conclude il ricercatore.

Fabio Paglieri è autore anche di “Saper aspettare. Come destreggiarsi tra impazienza e pigrizia” (2014)  e “La cura della ragione. Esercizi per allenare il pensiero” (2016), entrambi per Il Mulino. 

 

Cover del librotitolo: La disinformazione felice
categoria: Specialistica
autore/i: Paglieri Fabio
editore: Il Mulino
pagine: 256
prezzo: € 16.00

Tematiche
Argomenti