Si chiama Marco Polverini ed è un ingegnere dell'Università 'La Sapienza' di Roma il vincitore della borsa di studio 2010 messa a disposizione dalla Fondazione 'Omero Ranelletti' del distretto 2080 del Rotary club international, destinata a un neolaureato del Lazio o della Sardegna per tesi inerenti l'evoluzione dello sviluppo tecnologico, in particolare riguardo ai temi energetici.
Il premio, alla cui diffusione ha collaborato anche il Cnr, è stato assegnato sulla base del giudizio di una commissione di cui ha fatto parte tra gli altri il sociologo della comunicazione dell'Università Roma 3 Gianpiero Gamaleri.
Il lavoro premiato riguarda la riduzione dei consumi elettrici delle reti di telecomunicazioni in uso. "Si tratta di intervenire sulle 'schede elettroniche' che compongono i nodi delle reti Ict su cui si basano i sistemi di trasmissione di dati via computer", spiega Marco Polverini, "caratterizzate da consumi elettrici che possono variare fortemente da modello a modello, ma che attualmente non prevedono un sistema di risparmio energetico nei momenti in cui le reti hanno basso utilizzo, tipicamente nelle ore notturne" .
Da qui l'algoritmo innovativo sviluppato dal candidato sotto la supervisione di Marco Listanti, della facoltà di Ingegneria e telecomunicazioni dell'ateneo romano, denominato Ear, che interviene sul modo in cui i nodi della rete 'instradano' i pacchetti di dati, senza però modificare in alcun modo i protocolli già esistenti e consolidati.
"Il meccanismo è semplice quanto efficace", prosegue il neo-ingegnere, "e prevede di sostituire nelle ore notturne l'attuale sistema con una nuova gestione in cui un nodo 'esportatore' si impegna a gestire tutto il traffico proveniente da un altro nodo 'importatore': così facendo, sarà possibile spegnere alcune linecard senza impatti sulla trasmissione dei dati, diminuendo il consumo globale della rete".
In diverse simulazioni dell'algoritmo Ear su reti di Internet service providers americani, la percentuale di link (o linecards) spenti è variata dal 40 al 60%: purtroppo, data l'enorme varietà dei consumi energetici dei dispositivi della rete, non è ancora possibile stimare il risparmio ottenuto in termini di kilowatt.
Fonte: Marco Polverini, email polverinimarco@googlemail.com