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Innovazione al femminile: i premi Itwiin a due ricercatrici Cnr

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di Francesca Gorini

Tra i premi assegnati nel corso del convegno nazionale Itwiin (Associazione italiana donne inventrici e innovatrici) svoltosi a Bari, spiccano i riconoscimenti a due ricercatrici Cnr: Carla Ferreri, giudicata migliore innovatrice dell'anno, e Paola Lavermicocca, aggiudicatasi il Premio Itwiin Puglia
 

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Le accomuna la voglia di mettere a disposizione della società il loro talento e il loro sapere attraverso progetti innovativi e la grinta che le ha portate a concorrere per uno delle competizioni high tech più tra le più prestigiose a livello nazionale. Stiamo parlando di Carla Ferreri e Paola Lavermicocca, ricercatrici del Cnr che, nell'ambito del convegno annuale Itwiin, (Associazione italiana donne inventrici e innovatrici) riunitosi alla fine di giugno, a Bari, si sono aggiudicate due dei riconoscimenti assegnati nel corso del meeting, rispettivamente il premio 'migliore donna innovatrice' dell'anno e  quello 'Itwiin Puglia' per progetti riconducibili a un unico obiettivo: migliorare la qualità della vita e il livello di benessere della società favorendo l'assunzione di stili di alimentazione più sani e corretti. 

Carla Ferreri, dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività (Isof) del Cnr di Bologna è socio fondatore dello spin off Lipinutragen, società di diagnostica avanzata per la quale è responsabile del laboratorio di 'lipidomica', un settore di studio che ha aperto una nuova frontiera della medicina attraverso l'esplorazione della membrana cellulare e della sua composizione lipidica, fat profile. "E' una  metodologia di analisi", spiega Ferreri, "che permette di ottenere un quadro dinamico della membrana cellulare a partire da un'insieme di fattori quali abitudini di vita, metabolismo del soggetto, dieta sbilanciata e stato di stress cellulare, e attraverso esso 'controllare' lo stato di salute delle cellule, evidenziando deficit o eccessi di acidi grassi o lipidi 'trans', così da mettere  in atto, dove necessario,  strategie di integrazione personalizzate sia dietetiche sia farmaceutiche". 

Uno strumento utile per coadiuvare terapie mediche e per prevenire degradazioni cellulari quali lo stress radicalico attraverso un approccio orientato alla 'nutraceutica', settore complementare a quello propriamente farmaceutico. "Quotidianamente i mezzi di informazione ci bombardano con consigli e suggerimenti dietetici, come l'assunzione di integratori alimentari quali i famosi omega-3 e omega-6", prosegue la ricercatrice, "si deve tuttavia ricordare che se tali integratori vengono assunti  in condizioni di stress cellulare o in presenza di radicali liberi formano metaboliti tossici che non solo non hanno alcun effetto benefico, ma possono addirittura risultare dannosi. Per questo puntiamo a conoscere il fabbisogno reale dei singoli individui e intervenire con le integrazioni nutraceutiche più opportune".

E' riferito invece ai processi di innovazione delle industria agro-alimentari il campo in cui opera Paola Lavermicocca, microbiologa dell'Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa) del Cnr di Bari. Il suo progetto, sviluppato insieme con l'azienda leader nel settore della gastronomia fresca di alta qualità Copaim, riguarda la messa sul mercato, prevista per quest'anno, di una linea di prodotti alimentari - olive da mensa, carciofi, mix di verdure - arricchiti con batteri benefici 'probiotici'. Un esempio di assoluta novità a livello nazionale e mondiale che sfida  il mercato dei bioyogurt finora appannaggio esclusivo delle multinazionali straniere o delle aziende farmaceutiche.

"L'innovazione è basata su metodologie microbiche che ha portato al deposito di due brevetti, di cui uno europeo" afferma Lavermicocca.  "Oltre ad aver ricevuto l'autorizzazione del ministero della Salute alla commercializzazione e a essere inserite nella lista dei cibi approvati dall'Autorità  europea per la sicurezza alimentare (Efsa), le nostre verdure stanno rivelando importanti benefici anche a livello medico studi di alimentazione con verdure probiotiche come alternativa ai presidi medici normalmente utilizzati per soggetti affetti da stipsi condotti in collaborazione con medici gastroenterologi dell'Irccs di Castellana Grotte (Bari) hanno scientificamente dimostrato che le tali verdure  sono efficaci nell'arricchire la flora vantaggiosa intestinale e che determinano un miglioramento della sintomatologia".

 

Fonte: Paola Lavermicocca, Istituto di scienze delle produzioni alimentari, Bari, email paola.lavermicocca@ispa.cnr.it; Carla Ferreri, Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività, Bologna, tel. 051/ - 6398349, email cferreri@isof.cnr.it