Luigi Lilio, l'uomo del calendario
L'invenzione del sistema gregoriano, ancora oggi alla base del nostro metodo di misurazione del tempo, si deve a un brillante studioso calabrese la cui figura è rimasta a lungo in ombra. Un ricercatore del Cnr lo ricorda attraverso convegni e pubblicazioni
Il suo nome è noto a pochi, eppure proprio a lui dobbiamo una svolta fondamentale nella storia del computo del tempo, quella legata all'introduzione del calendario gregoriano, che dal 1582 in poi ha radicalmente cambiato il nostro modo di scandire giorni, mesi e anni.
Stiamo parlando di Luigi Lilio (Aloysius Lilius), medico, matematico e astronomo del XVI secolo, della cui storia personale è rimasta, purtroppo, solo qualche debole traccia.
A riportarla in luce, il ricercatore dell'Istituto di chimica dei composti organo-metallici (Iccom) del Cnr Francesco Vizza, come lo studioso originario di Cirò (Crotone), che ha intrapreso un percorso di riscoperta del contributo dato da Lilio alla scienza moderna attraverso libri, pubblicazioni e convegni organizzati in tutta Italia.
"La grandezza di questo studioso appare evidente se si considera che nel '500 molte conoscenze astronomiche e matematiche erano ancora 'in fieri': in quel periodo, infatti, mancavano le leggi dei modelli planetari, i metodi della fisica e gli strumenti della matematica che vedranno la luce solo pochi anni dopo grazie a personaggi come Brahe, Keplero, Galileo o Newton", racconta Vizza. "Nonostante queste limitazioni, Lilio ebbe il merito di essere giunto alla soluzione di un problema come quello del calendario, che sembrava irrisolvibile e che per molti secoli aveva tenuto occupati insigni astronomi e studiosi, tra i quali Niccolò Copernico".
Nel corso dei secoli la discordanza tra le date del calendario giuliano, in vigore dal 46 a.C., e l'equinozio di primavera aveva imposto continue correzioni nella misura del tempo. Questo problema era particolarmente sentito dalla Chiesa cattolica, che già dal Concilio di Nicea del 325 aveva legato al novilunio il suo mistero fondamentale, la celebrazione della Pasqua, stabilendo che dovesse essere festeggiata nella domenica seguente alla XIV luna dopo l'equinozio di primavera. "Le difficoltà astronomiche da risolvere riguardavano sia l'esatta misurazione dell'anno delle stagioni e quindi la giusta posizione dell'equinozio di primavera nel calendario, sia l'esatta misurazione dei cicli lunari che determinavano il calcolo della data della Pasqua", spiega ancora Vizza. "Luigi Lilio riuscì in quest'impresa: eliminò 10 giorni dal calendario giuliano, modificò l'inserimento degli anni bisestili nel corso dei secoli e riuscì a ricalcolare le esatte lunazioni così da celebrare la Pasqua senza incertezze".
La Regione Calabria ha festeggiato nel 2010 il quinto centenario della nascita di Lilio. "Ora l'augurio è che il Parlamento accolga il progetto di legge relativo all'istituzione della 'Giornata del calendario gregoriano', così da dare finalmente un doveroso riconoscimento a livello nazionale dei suoi grandissimi meriti scientifici", conclude il ricercatore.
Fonte: Francesco Vizza, Istituto di chimica dei composti organo metallici, Sesto Fiorentino, tel. 055/5225286 , email francesco.vizza@iccom.cnr.it -
Per saperne di più: - http://www.iccom.cnr.it/vizza/doc/Lilio_abstract.pdf