Vita Cnr

'Biovetri' per rigenerare i tessuti

Tessuto osseo
di Francesca Gorini

Il progetto ‘Biomaterials for healthcare', di cui fanno parte anche due Istituti del Cnr, punta su sistemi ceramici di composizione innovativa. Lo sviluppo di questi sostituti biologici richiede la sinergia di diverse competenze: scienza e tecnologia dei materiali, ingegneria e life sciences

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Tessuti quali derma, epidermide, osso, cartilagine, e persino tessuti cardiovascolari possono essere oggi riparati o migliorati nelle funzioni grazie ai progressi dell'ingegneria dei tessuti, un settore di ricerca che riunisce le competenze della scienza e tecnologia dei materiali, dell'ingegneria e delle scienze della vita allo scopo di sviluppare sostituti biologici in grado di supportare l'adesione, la proliferazione e il differenziamento cellulare di tessuti danneggiati.

Tra i diversi tipi di materiali studiati per realizzare gli 'scaffold', i supporti che devono rispondere a caratteristiche di biocompatibilità e bioriassorbibilità, particolare interesse rivestono i 'biovetri'. Questi materiali bioceramici, di concezione innovativa possono essere utilizzati in forma di rivestimento o in forma massiva, in grado di legarsi a tessuti duri e molli, stimolando processi di proliferazione, differenziamento cellulare e angiogenesi, con risultati promettenti.

Su tali materiali di terza generazione punta il progetto 'Biomaterials for healthcare', che fa capo a un gruppo interdisciplinare composto, tra gli altri, dall'Istituto di struttura della materia (Ism) del Cnr di Roma e dall'Istituto di geoscienze e georisorse (Igg) del Cnr di Padova. Il team è dotato di competenze complementari, con lo scopo di fornire possibili e opportune alternative volte a soddisfare le richieste provenienti dai clinici.

"L'obiettivo del progetto consiste nella sintesi di sistemi ceramici silico-calciofosfatici multi-dopati, biovetri di composizione innovativa che incorporano ioni 'essenziali' accuratamente selezionati in qualità e quantità propri del turn-over fisiologico, allo scopo di simulare localmente microambienti fisiologici", spiega Julietta Rau dell'Ism-Cnr di Roma. "La difficoltà consiste nel selezionare quantità e combinazioni dei vari ioni, al fine di captarne l'azione sinergica idonea a ciascuna specifica applicazione. Tali materiali saranno utilizzati per la realizzazione di rivestimenti per leghe metalliche, polimeri e ceramici inerti, di 'cementi iniettabili' di ultima generazione e di macro-micro-nano capsule in grado di ospitare e veicolare diversi tipi di cellule, fattori di crescita, farmaci e principi attivi".

Una scommessa che il team sembra vicino a vincere: studi molto recenti hanno dimostrato che i biovetri sono potenzialmente in grado di innescare una serie di particolari meccanismi di 'signalling', che si traducono nell'espressione di geni coinvolti prevalentemente nella formazione di osso e cartilagine, di fatto simulando e riproducendo la composizione e/o l'architettura del tessuto da rigenerare.

Fonte: Julietta Rau, Istituto di struttura della materia, Roma , email giulietta.rau@artov.ism.cnr.it