Galileo e le post-verità
Luciano Canova non si limita a raccontare la biografia del grande scienziato, apre una finestra sull'Italia dell'epoca, individuando alcuni aspetti che richiamano il nostro tempo. Il padre della scienza moderna è presentato dall'autore come antesignano di molti concetti di oggi
Luciano Canova, economista, insegnante di Economia comportamentale presso la Scuola Enrico Mattei, scrittore e divulgatore, in 'Gallileo reloaded' spiega perché la storia dello scienziato pisano sia ancora così attuale da dover essere raccontata: pur essendo pienamente figlia del suo tempo, il Seicento, tuttavia “ci parla a distanza di quattro secoli e le sue vicende descrivono un'Italia e un italiano decisamente moderni”. Il volume non è quindi una semplice biografia, ma propone un parallelo tra la situazione italiana dell'epoca e quella dei giorni nostri.
Galileo appare, oltre che il padre della scienza moderna, come l'antesignano di molti concetti e aspetti oggi attualissimi: fu divulgatore scientifico, startupper e cercò di mettere in pratica il sistema che oggi chiamiamo “fare rete”. L'autore lo indica anche come caso di “cervello in fuga”, verso un estero rappresentato da Venezia e Padova, dove ottenne la cattedra di matematica.
Mente modernissima e geniale, entrò in polemica con gli aristotelici e con la Chiesa sostenendo la teoria copernicana, che s'impegnò ostinatamente a dimostrare realizzando un cannocchiale potentissimo con il quale rese possibile osservare il cielo come mai si era fatto fino ad allora: “Il punto di vista del futuro”, lo chiama l'autore. Dalle scoperte ottenute con le sue osservazioni Galileo trasse il 'Sidereus nuncius', letteralmente 'Annuncio spaziale', che già dal titolo esprime il desiderio di comunicare e condividere i risultati delle indagini con i colleghi. Canova la definisce un'opera “a metà tra l'instant book" e "il paper scientifico”.
Finché lo scambio di conoscenze e di concetti rimase all'interno della comunità scientifica, in una sorta di peer review, la Chiesa rimase guardinga ma non obiettò più di tanto. Il problema arrivò con la pubblicazione del 'Dialogo sopra i due massimi sistemi': “Un'opera davvero unica" che "potrebbe valere all'autore la medaglia d'oro della Royal Society così come il premio Strega”. L'autore spiega come, nel caso del 'Dialogo', più del “cosa” infastidì il “come”. Galileo decise infatti di scrivere in italiano, la lingua delle persone comuni, così da essere capito da tutti.
Canova definisce Galilei “un divulgatore in tenuta da guerriglia”, consapevole che ciò che scriveva non sarebbe piaciuto ai più e alla teologia ufficiale: non solo affermava teorie tacciabili di eresia, ma le diffondeva anche tra le persone comuni. Fu così che venne convocato a Roma, dove si svolse il processo, basato su una conversazione intrattenuta con il cardinale Bellarmino, nel frattempo deceduto. Un documento autentico, ma letto con la lente degli accusatori: una sorta "di post-verità", la definiremmo oggi. Arrivò così la resa: “Io Galileo abiuro, maledico e detesto li suddetti errori ed eresie”.
Il libro si chiude col racconto degli ultimi anni di vita del grande scienziato. Ma prima l'autore dedica un capitolo all'Italia e al rapporto degli italiani di oggi con la scienza, chiedendosi cosa sia rimasto, a distanza di quattro secoli, del seme del dubbio piantato allora.
titolo: Galileo reloaded
categoria: Saggi
autore/i: Canova Luciano
editore: Egea
pagine: 129
prezzo: € 16.00