Specialistica: Centenario Cnr

Due scienziati sulla scena politica e istituzionale del Paese

Copertina del volume La politica culturale del fascismo
di Marco Ferrazzoli

Su gentile concessione dell'Istituto italiano di studi germanici pubblichiamo uno stralcio del saggio "Volterra e Marconi, presidenti Cnr tra ragioni scientifiche e politiche", tratto dal volume "La politica culturale del fascismo. Le Istituzioni", a cura di Elisa D'Annibale. Analogie e contrapposizioni  - talune più episodiche e casuali, altre più sistematiche e significative  - che corrono tra le figure di Vito Volterra e Guglielmo Marconi conferiscono ulteriori ragioni di interesse al loro avvicendamento alla presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche, fatto già di per sé molto rilevante dal punto di vista storico, scientifico, politico e istituzionale

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Una comparazione tra le figure di Vito Volterra e Guglielmo Marconi risulta oltremodo appassionante, tante sono le analogie e le contrapposizioni – talune più episodiche e casuali, altre più sistematiche e significative – che corrono tra questi due scienziati e che conferiscono ulteriori ragioni di interesse al loro avvicendamento alla presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche, fatto già di per sé molto rilevante dal punto di vista storico, scientifico, politico e istituzionale. Tentiamo pertanto un'analisi di tipo comparativo che, per quanto meramente esemplificativa, possa fornire spunto a successivi approfondimenti e fungere da premessa all’illustrazione delle attività svolte in questi ultimi anni dal Cnr per rendere a queste figure adeguata visibilità pubblica, attraverso diversi canali di informazione, comunicazione e divulgazione.

[…] Volterra appare un uomo ottocentesco, giolittiano: a buon titolo, peraltro, visto che ottiene proprio da Giolitti la nomina a senatore. E Marconi il primo degli inventori imprenditori dei secoli XX e XXI, l’antesignano della globalizzazione multimediale e dei garage della Silicon Valley. Questa considerazione ci consente di passare alle attività di divulgazione delle figure di Marconi e Volterra svolte dal Cnr negli ultimi anni e alla ultima comparazione dei due scienziati rispetto alla fama, da intendere non come la semplice popolarità cui siamo abituati da social media, like e influencer, ma quale rilevanza pubblica, che per lo scienziato è legata alla possibilità di fungere da volano di consenso della ricerca presso i diversi stakeholder sociali, finanziari e politici. Sotto tale profilo, la differenza a favore di Marconi è nettissima e non riconducibile al solo conseguimento del Nobel.

Un search su Google rende per Vito Volterra 1.060.000 risultati e per Guglielmo Marconi 17.100.000; virgolettando nomi e cognomi, e rendendo quindi più precisa la risposta, si scende rispettivamente a 157.000 e 7.660.000. Una ricerca mirata sull’informazione attraverso la banca di Ecostampa fornisce risultati altrettanto inequivocabili: nel 2020 si contano 91 uscite per “Guglielmo Marconi” nei titoli e 4.568 nel testo, mentre “Vito Volterra” raccoglie 23 titoli e 178 articoli. Marconi supera persino l’icona scientifica pop per eccellenza, “Albert Einstein”, che compare in 42 titoli e 4.930 articoli. La nipote Virginia Volterra ricorda del resto il rancore della nonna per la damnatio memoriae cui il matematico fu condannato: decretata dal fascismo, ma proseguita anche nel dopoguerra. L’oblio dura in sostanza fino alla mostra dedicatagli nel 1990 dall’Accademia dei Lincei. "Tra i matematici la lezione di appassionato impegno civile di Volterra sembra per alcuni decenni cadere nell'oblio" commenta Angelo Guerraggio, nonostante una testimonianza che l’avrebbe dovuto rendere una bandiera. La dimenticanza del fondatore del Cnr si evince anche dalla sorte di un fascicolo intitolato "Ordinamento e funzionamento", che accorpava tutte le bozze dei verbali delle sedute del Consiglio di presidenza, plenarie e del Comitato esecutivo della presidenza volterriana. Osservano gli archivisti che le hanno recuperate: “La circostanza che queste carte così importanti fossero, per così dire, quasi nascoste in un fascicolo che riuniva documentazione di vario genere fino al 1938, ci ha portato a suggerirne la motivazione nella storia particolare e già ripercorsa della fine della presidenza Volterra e della vicenda personale di questo dichiarato antifascista, presidente di un Ente che di lì a poco sarebbe diventato l’ufficiale organo consultivo del Governo di Mussolini. Pensiamo cioè a una sorta di damnatio memoriae che, già perseguita nei confronti della persona e dell’attività del grande matematico, sembra abbia voluto riguardare anche la documentazione del suo Cnr”.

Marconi è invece popolarissimo, la sua immagine non è mai tramontata. La decisione delle radio di tutto il mondo di dedicargli due minuti di silenzio è un silenzio assordante, agli antipodi rispetto a quello che oscura il suo predecessore.