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Un'aula fredda e vuota

Copertina del volume Roma 21
di Patrizio Mignano

“Per chi suona la campanella?” è un reportage fotografico condotto in una scuola media di Roma durante l’anno scolastico 2020-2021. Il titolo allude al verso di una poesia di John Donne e al titolo del romanzo di Ernest Hemingway, ma è anche un gioco di parole che sottolinea come l'impossibilità di frequentare la scuola durante il lockdowon abbia segnato gli studenti

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I reportage fotografici che ritroviamo all'interno del libro "Roma 21" analizzano la scuola italiana nel periodo del lockdown dovuto alla pandemia della Covid19, quando si è sperimentata per la prima volta la didattica a distanza e gli edifici scolastici si sono completamente svuotati. "Abbiamo assistito a un ridimensionamento totale del modo di fare e di vivere la scuola a cui nessuno era preparato, avvenuto in maniera improvvisa a causa dell’emergenza", scrive una delle autrici, Laura Anderlucci

Il Coronavirus ha duramente segnato la possibilità degli studenti di frequentare le aule scolastiche: il rientro in presenza c’è stato, ma i continui contagi che si sono verificati tra professori, genitori e ragazzi e i diversi decreti che si sono susseguiti nel corso dei mesi hanno reso impossibile una frequenza scolastica costante. Da un’analisi di Save The Children sull’anno scolastico 2020-2021, emerge che gli studenti e le studentesse italiane si sono ritrovati a frequentare i loro istituti per meno della metà dei giorni previsti. In tutto il mondo, hanno perso in media 74 giorni di istruzione ciascuno, più di un terzo dell’anno scolastico medio globale. 

"L’obiettivo del mio progetto è mostrare la fotografia di una scuola abbandonata, ambienti che nella loro mutata quotidianità, sembrano sospesi e congelati in attesa che si possa, un giorno, tornare a scuola come una volta, tra i propri compagni e con i propri insegnanti. Scritte sulle lavagne che non sono state cancellate, ombrelli lasciati sotto ai banchi, sedie in disordine e cartelloni datati mesi prima: un’atmosfera quasi rarefatta, tipica di quei luoghi che mostrano tracce evidenti di presenza umana che all’improvviso si è allontanata, proprio come gli alunni che da un giorno all’altro si ritrovavano a seguire la lezione dalla loro classe alla loro stanza da letto", prosegue Anderlucci.

Ambienti speciali, dormienti "Alcune aule, come quella di musica o la palestra, sono rimaste completamente inutilizzate anche nelle settimane in cui si era ripresa la didattica in presenza, poiché si tratta di materie che per loro natura, impedivano il rispetto delle misure di prevenzione". L’obbligo di utilizzare la didattica a distanza ha costretto gli studenti anche a rinunciare alla costruzione e allo sviluppo della loro socialità, favorendo al contrario, come sostiene una parte del corpo docente con cui l'autrice è venuta a contatto, la nascita di nuove forme di individualismo, che con il lockdown si sono andate via via rafforzando. 

Dalle opinioni degli insegnanti intervistati si delinea che nella nuova scuola c'è più ordine ma meno emozioni, che il distanziamento ha fatto regredire la sfera sociale dei ragazzi, facendo loro dimenticare come interagire; la paura del contagio ha portato diffidenza verso il prossimo e le mascherine hanno cambiato il modo di incontrare l’altro, i ragazzi, anziché guardarsi di più negli occhi, tendono a evitare gli sguardi. "Le aule e i corridoi, simbolo per eccellenza delle interazioni, sono vuote e fredde, lasciate a loro stesse con un punto interrogativo su quando si tornerà a viverle nella normalità. Con tante incognite per chi si affaccia, in questo contesto, alla vita adulta", conclude Anderlucci.

Titolo: ​​​Roma 21 
Categoria: Multimediale
Autore: Laura Anderlucci
A cura: Gaetano Di Filippo

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