Recensioni

Prove di dialogo tra un fisico e uno scrittore

atlante
di Alessandro Frandi

“Atlante occidentale” è un romanzo di Daniele Del Giudice caratterizzato da continui rimandi alla scienza e alla scrittura, prodotti del legame tra i due protagonisti. Due mondi apparentemente lontani che nascondono in realtà insospettabili analogie

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“Atlante occidentale” è il titolo di un romanzo di Daniele Del Giudice caratterizzato da continui rimandi alla scienza e alla scrittura, prodotti del legame tra i due protagonisti; da un lato troviamo l'artista che scandaglia gli angoli più nascosti e reconditi dell'animo umano grazie al dono della scrittura, dall'altro lo scienziato che indaga minuziosamente le componenti della materia. Due mondi apparentemente lontani che nascondono in realtà insospettabili analogie.

Ira Epstein è un anziano scrittore tedesco in odore di Nobel, mentre Pietro Brahe è un giovane fisico delle particelle italiano che lavora al Cern di Ginevra. I due personaggi sono attratti dal dualismo tra anima e forme, tra scienza e scrittura creativa. Tra loro nasce un'attrazione reciproca. Epstein è affascinato dalla descrizione della materia che scaturisce dagli esperimenti scientifici di Brahe, il quale ritiene che la scrittura possa arricchire con memoria ed emozioni l'attività di ricerca e quindi legge i libri dell'altro.

I protagonisti si attraggono vicendevolmente perché entrambi portatori e produttori di conoscenza scientifica: la fisica si manifesta in tutta la sua luce interpretativa e attraverso il suo impeto riesce a inglobare il senso della poesia e della letteratura. Epstein invece non riuscirà più a scrivere, entra in crisi creativa, limitandosi a lavorare a un Atlante della luce.

titolo: Atlante Occidentale
categoria: Narrativa
autore/i: Del Giudice Daniele
editore: Einaudi
pagine: 236
prezzo: € 20.00