Cinema

La banda dei ricercatori torna in azione

Una scena del film Smetto quando voglio
di Rita Bugliosi

Dal 2 febbraio arriva nelle sale 'Smetto quando voglio Masterclass' di Sydney Sibilia, sequel del film di successo del 2014. Questa volta il gruppo di scienziati disoccupati messi insieme dal neurobiologo Pietro Zinni lavora a fianco della polizia per arrestare la dilagante diffusione delle smart drug. Delle caratteristiche e degli effetti di queste sostanze abbiamo parlato con Michelangelo Iannone dell'Isn-Cnr di Cosenza

Pubblicato il

L'ambizione era conciliare film d'azione e commedia all'italiana, fare un'opera che pur essendo un action-comedy non scivolasse mai nel grottesco e nel surreale ma restasse sempre nell'ambito della veridicità”. È con queste parole che il regista Sydney Sibilia parla del sequel di 'Smetto quando voglio','Smetto quando voglio Masterclass', che sarà nelle sale da giovedì 2 febbraio. E in effetti sono molte le scene in cui il regista omaggia grandi saghe del cinema d'avventura da 'Indiana Jones' a 'Ritorno al futuro', con uno sguardo rivolto però anche alla commedia all'italiana e alle epopee della Marvel.

Torna dunque il gruppo di ricercatori guidati dal neurobiologo Pietro Zinni, che, licenziato dall'università, aveva riunito alcuni amici, ex ricercatori disoccupati come lui, e con loro aveva trovato un modo per guadagnare: mettere a punto una droga legale, sfruttando una molecola non ancora catalogata dal ministero della Salute come stupefacente. La situazione era però precipitata e gli ex accademici si erano trovati a dover fare i conti con la giustizia. E Pietro era finito in carcere.

Nel nuovo capitolo è proprio la polizia ad avere bisogno della 'banda dei ricercatori': l'ispettore Paola Coletti chiede al neuroscienziato di rimettere insieme il team e di creare una task force al servizio della legge, per fermare il dilagare delle smart drug. Al vecchio gruppo, che comprendeva, oltre a Pietro, un chimico, un economista, un archeologo, un antropologo e due latinisti, si aggiungono altri scienziati, 'cervelli in fuga' scappati all'estero in cerca di fortuna: un esperto di diritto canonico, un anatomista teorico di fama mondiale e un ingegnere meccatronico. Insieme i ricercatori affrontano le situazioni più varie: inseguimenti, esplosioni, assalti…

Una scena del film Smetto quando voglio

La pellicola di Sibilia, oltre ad affrontare il delicato tema della difficoltà di impiego che nel nostro Paese incontra chi cerca lavoro nel settore della ricerca, porta all'attenzione del pubblico un'altra tematica attuale: la diffusione sempre maggiore delle smart drug. “Il termine smart drugs, originariamente usato per definire alcuni farmaci intelligenti, che avevano effetti positivi sulla memoria e l'apprendimento, viene oggi utilizzato per indicare le cosiddette 'droghe furbe', una lunga serie di sostanze di origine sia naturale sia sintetica in grado di agire sul sistema nervoso inducendo (presunti) effetti farmacologici di potenziamento delle capacità cerebrali, ma che in molti casi posseggono una potente attività allucinogena”, spiega Michelangelo Iannone responsabile dell'Uos di Farmacologia dell'Istituto di scienze neurologiche del Cnr di Cosenza. “La 'furbizia' è dovuta al fatto che queste sostanze, tutte di origine vegetale, derivano da piante che non sono presenti nel 'Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenze' e possono quindi essere vendute liberamente”.

Le sostanze acquistabili nell'immenso mercato delle smart drugs sono così tante che è difficile descriverne un unico meccanismo d'azione. “Quasi tutte le smart drugs sono classificate comunque come sostanze stimolanti”, continua Iannone. “Si parte dai 'prodotti caffeinici', innocui solo a basse dosi ma capaci di esercitare potenti effetti psicotropi ed eccitazione del sistema nervoso inducendo tremori incontrollabili, per passare ai 'prodotti efedrinici', il cui sovradosaggio può provocare psicosi paranoiche e allucinazioni, fino alle 'eco-drugs', come i semini hawaiani o la Salvia Divinorum, la cui assunzione può provocare allucinazioni e perdita di contatto con la realtà. E se sono ormai noti gli effetti tossici della maggior parte delle sostanze che compongono le smart drugs - alcune delle quali sono in grado di indurre danni importanti anche a lungo termine a carico del sistema nervoso centrale e di quello cardiocircolatorio - la prossima frontiera della tossicologia sarà l'immissione in commercio dei cosiddetti 'cocktail'. Si tratta di miscele di queste sostanze create appositamente per aggirare i sempre più numerosi ostacoli legislativi alla commercializzazione delle smart drugs. I 'cocktail' saranno la causa di un ulteriore, drammatico problema: l'effetto sinergico dell'azione farmacologica delle diverse molecole, in grado di agire in modi ancora sconosciuti ma certamente importanti e negativi sulla salute psicofisica dell'uomo”.

La scheda

Titolo: Smetto quando voglio Masterclass

Regia: Sydney Sibilia

Cast: Edoardo Leo, Valerio Aprea, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Marco Bonini, Rosario Lisma, Giampaolo Morelli, Luigi Lo Cascio, Greta Scarno, Valeria Solarino

Distribuzione in Italia: 01 Distribution

Tematiche
Argomenti