Focus: Infodemia Covid-19

Sanificazione = prevenzione

Immagine pulizie domestiche
di Francesca Gorini

Tra le misure di contenimento di diffusione del virus, la sanificazione delle superfici riveste particolare importanza. Secondo studi sulla persistenza dei Coronavirus umani e animali, questi possono vivere fino a nove giorni a contatto con metallo, vetro o plastica. Ma basta un minuto per inattivarli, come spiega Matteo Guidotti del Cnr-Scitec, che suggerisce alcune ricette “fai da te”

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Nove giorni per vivere, un minuto per morire. Studi in letteratura sulla persistenza dei Coronavirus animali e umani - non solo il 2019nCoV - evidenziano che questi, in particolari condizioni di temperatura e umidità, possono sopravvivere fino a nove giorni a contatto con superfici inanimate come metallo, vetro o plastica. Ma basta un minuto per inattivarli, utilizzando soluzioni decontaminanti a base di prodotti facilmente reperibili in commercio. Tra le misure di contenimento del contagio del nuovo Coronavirus, insomma, anche la sanificazione delle superfici riveste particolare importanza.

È sufficiente l'utilizzo di semplici formulazioni liquide - per esempio contenenti alcol etilico o candeggina - per degradare il virus nel giro di un minuto. “Una serie di studi sperimentali specifici hanno recentemente dimostrato come alcuni prodotti facilmente reperibili in casa siano in grado di inattivare il nuovo Coronavirus 2019-nCoV molto rapidamente: un'adeguata disinfezione di superfici come maniglie, pulsanti, tavoli, ripiani, ma anche dispositivi di protezione impermeabili come guanti, stivali, tute protettive o simili, può rivelarsi efficace e molto importante”, spiega Matteo Guidotti dell'Istituto di scienze e tecnologie chimiche "Giulio Natta" (Scitec) del Cnr di Milano. “Queste semplici preparazioni, inoltre, possono rivelarsi utili in situazioni di emergenza, in cui la disponibilità di prodotti disinfettanti specifici è limitata o addirittura nulla. Simili formulazioni sono state applicate con successo anche in alcuni enti pubblici lombardi per affrontare al meglio le difficoltà logistiche nell'approvvigionamento di soluzioni decontaminanti”.

Vediamo allora come preparare questi superigienizzanti. “Servono, in alternativa, etanolo (alcol etilico) al 70%, perossido di idrogeno (acqua ossigenata) allo 0,5% oppure ipoclorito di sodio (la comune candeggina da bucato o varechina) allo 0,1% e acqua di rubinetto, necessaria ad abbassare l'eccessiva concentrazione dei prodotti casalinghi, che può risultare non ottimale”, precisa il ricercatore del Cnr-Scitec, che suggerisce tre preparazioni dall'efficacia scientificamente confermata, che possono essere realizzate in casa: “La prima prevede di miscelare 0,4 litri di alcol denaturato (rosa) al 90% - equivalente a circa due bicchieri di plastica colmi - e semplice acqua del rubinetto, fino a un totale di mezzo litro. Questa soluzione può durare anche una settimana. La seconda soluzione prevede invece l'impiego di acqua ossigenata per medicazione al 3% (10 volumi): sono sufficienti 0,1 litri - pari a circa metà bicchiere di plastica - da miscelare con acqua del rubinetto fino ad arrivare a mezzo litro di soluzione disinfettante. Terza alternativa, l'utilizzo di 10 ml di candeggina da bucato al 5% (circa un cucchiaio da minestra) con aggiunta di acqua di rubinetto fino ad arrivare a mezzo litro. Va ricordato che tali soluzioni igienizzanti perdono efficacia nel tempo: in particolare, le soluzioni a base di candeggina o di acqua ossigenata vanno preparate ogni giorno perché il principio attivo non è stabile oltre le 24 ore. Quella a base di alcol etilico, invece, dura anche una settimana”.

Sanificazione fai-da-te, quindi, ma con due importanti avvertenze: “È bene chiarire che questi preparati non devono essere usati direttamente sul corpo, ovvero sulla cute”, conclude Guidotti. “L'ultima avvertenza può sembrare banale, ma è altrettanto importante: tali prodotti devono essere conservati in contenitori ben chiusi ed etichettati, tali da non poter essere inavvertitamente confusi con quelli di altri liquidi come acqua, vino o simili. E ovviamente lontano dalla portata dei bambini”.

 

Fonte: Matteo Guidotti, Istituto di scienze e tecnologie chimiche "Giulio Natta" (Scitec), tel. 02/50314428 , email matteo.guidotti@scitec.cnr.it -

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