Faccia a faccia

La danza, come la scienza, è energia, movimento e forza

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di Silvia Mattoni

A sostenerlo è il famoso ballerino italo-albanese Kledi Kadiu. L'artista sottolinea anche come sia un inseguimento continuo della perfezione, una battaglia quotidiana contro la fatica, i dolori fisici e i propri limiti. Per raggiungere buoni risultati, insomma, bisogna impegnarsi con costanza, proprio come avviene nella ricerca scientifica

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Italiano d'adozione ma albanese di nascita e nel cuore, ha da sempre una sola grande passione: la danza. Dopo gli studi all'Accademia nazionale di danza e l'esperienza come étoile nel corpo di ballo del Teatro dell'opera di Tirana, Kledi Kadiu diventa primo ballerino nei programmi italiani 'Buona domenica', 'C'è posta per te' e 'Amici', grazie ai quali riceve il premio 'La ginestra d'oro' come miglior ballerino televisivo. Il presidente della Repubblica d'Albania gli riconosce l'Alta onorificenza di 'Ambasciatore della nazione' e l'Unicef lo vuole come testimonial per la campagna 'IoComeTu - Mai nemici per la pelle'. Kledi Kadiu approda anche sul grande schermo, con 'Passo a due' e 'La cura del gorilla', e in tv con la fiction su Rai 1 'Ma chi l'avrebbe mai detto'. Vince il premio Elsa Morante 'Ragazzi' con l'autobiografia 'Meglio di una favola'. Nel film-documentario 'La nave dolce', di Daniele Vicari, racconta di quando, appena sedicenne, decide di imbarcarsi sulla nave Vlora per raggiungere l'Italia. Con lo spettacolo 'Contemporary tango', di Milena Zullo su musiche di Astor Piazzolla, da ottobre prossimo sarà in tournée in tutta Italia.

Quando ha iniziato a fare i primi passi di danza?

Da piccolo, a 5-6 anni. Come tutti i Paesi dell'Est, anche l'Albania dava priorità assoluta alla danza e allo spettacolo, prendendo esempio dai maestri dell'allora Unione Sovietica. E così, generazione dopo generazione, la danza classica è diventata protagonista nella vita sociale e culturale albanese.

Qual è la sua musa ispiratrice?

Ne ho due: Rudolf Nureyev, con la sua presenza scenica e Mikhail Baryshnikov, per la perfezione ed eleganza tecnica.

Cosa pensa dei talent show della danza?

Sicuramente costituiscono un'opportunità in più per chi intende intraprendere questa strada e un modo per fare esperienza. Sono oramai diversi anni che i format televisivi italiani vengono riproposti con successo in Albania, anche i talent, che sono seguitissimi.

Un consiglio per i giovani ballerini?

Non fermarsi alle prime difficoltà, essere sempre curiosi, determinati e, soprattutto, non smettere mai di studiare. La danza, come tutte le arti, evolve nel tempo e il fisico, per stare al passo, ha bisogno di un allenamento continuo. Ovviamente alla base deve esserci il talento.

La danza è una ricerca continua della perfezione. Pensa ci siano punti in comune con la scienza?
Non è facile lavorare con il corpo. È una battaglia quotidiana contro la fatica, i dolori fisici e i propri limiti. Per raggiungere buoni risultati bisogna studiare con costanza, proprio come avviene per la ricerca scientifica. Entrambe richiedono precisione e impegno. Ma dietro la loro rigidità nascondono un mondo di energia, di movimento e di forza.

E con la tecnologia ci sono contatti?

Molti. Basti pensare all'importanza delle immagini video durante le prove o in scena, per studiare come si muove il corpo in movimento.

Quanto è importante l'alimentazione per un ballerino?

È fondamentale. Dal rispetto degli orari, nonostante gli impegni frenetici delle prove e degli allenamenti, alla reidratazione continua con acqua e frutta. Personalmente, alla fine della giornata non rinuncio mai alla pasta e a una bistecca.

Balletto, cinematografia e, ultimamente, anche un libro. Un modo per avvicinare il pubblico italiano alla realtà albanese?

Probabilmente è così. Grazie al mio successo mediatico e televisivo, sono riuscito a raccontare la storia del mio Paese e della mia città, Tirana, che mi ha dato i natali e che mi ha fatto crescere professionalmente.

Anche nel film-documentario 'La nave dolce' racconta la sua storia. Cosa ha provato a rivivere quei momenti?

Intanto vorrei dire che sono orgoglioso di essere stato uno dei 20 mila albanesi imbarcati sulla Vlora. Penso che quel viaggio rimarrà nella storia, sia per l'Italia sia per l'Albania. Grazie al regista Daniele Vicari e alle testimonianze di chi si trovava sull'imbarcazione è stato riportato alla luce ciò che era finito in un archivio. Molte volte ho raccontato in tv la mia storia, ma qui ho avuto tutto il tempo per soffermarmi a ricordare.

Nel 2008 è diventato cittadino italiano. Cosa pensa dello 'Ius soli' e dello 'Ius sanguinis'?
Sono italo-albanese. Anche se metà della mia vita l'ho vissuta in Italia, resto comunque albanese di nascita e di provenienza. Diverso è per le seconde generazioni, quelle nate qui. Queste dovrebbero diventare cittadine di diritto.

Altri progetti in cantiere?

Conduco oramai da tre anni su Rai 5 'Danza', un programma per avvicinare addetti ai lavori e non a questa magnifica arte, entrando nei backstage degli enti lirici italiani e intervistando i grandi maestri nazionali e internazionali della danza come Carla Fracci e Misha van Hoecke. A ottobre riparte la quarta edizione con una puntata dedicata interamente al 'Ravenna danza festival', dove per l'occasione sarà rappresentata l'anteprima della 'Bella addormentata' su coreografia di Matthew Bourne's. Da pochi giorni sono diventato anche volto televisivo di un nuovo canale albanese, 'Agon channel', grazie al quale farò conoscere le eccellenze albanesi in giro per il mondo. Il programma si chiama 'Applausi'.

Silvia Mattoni

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