Giobbe: voglio fare il divulgatore scientifico
Per parlare di scienza senza annoiare bisogna essere pratici, divertenti e, soprattutto, si deve ricorrere a meccanismi comici. A dirlo è l'attore, che per l'occasione anticipa il suo progetto: diventare il nuovo Piero Angela
Comico, attore, scrittore, Giobbe Covatta arriva al grande pubblico con il 'Maurizio Costanzo Show' nel 1990. L'anno successivo è la volta del teatro: esordisce al Ciak di Milano con 'Parabole iperboli'. Nel 1994 tra i suoi altri spettacoli, 'Primate assoluto', "Io e lui", e 'Art', 'Dio li fa e poi li accoppa', 'Dio li fa...terzo millennio'. Esordisce sul grande schermo con 'Pacco, doppio pacco e contropaccotto', seguito da Camere da letto' e 'Muzungu-Uomo bianco', in tv riappare tra gli altri su Rai 2, nel programma 'L'ottavo nano'.
La passione per la vela lo porta a diventare un maestro di navigazione in 'Vela spiego io', in onda su Sailing Channel di Sky. Ha fortuna anche nell'editoria con i libri 'Parola di Giobbe', 'Pancreas-Trapianto dal libro Cuore', 'Sesso fai da te' e 'Dio li fa e poi li accoppa'. Dal marzo 2011 è a teatro in coppia con Enzo Iacchetti con la commedia 'Niente progetti per il futuro'. Ora ha un sogno nel cassetto: dedicarsi alla divulgazione scientifica.
Come nasce la sua passione per la recitazione?
In modo fortuito nel 1982, quando supero un provino ed entro a far parte della 'comitiva', più che compagnia, formata da Aldo e Giovanni, Enzo Iacchetti, Paolo Rossi. Tutti con importanti esperienze teatrali alle spalle e con grandi aspettative di carriera nel mondo dello spettacolo. Io, invece, avevo solo un'idea: divertirmi. Poi con il tempo tutto questo è diventato lavoro e passione.
Teatro, cinema, tv: quale preferisce?
Mi descrivo come un attore di teatro, perché penso sia la forma in cui posso esprimermi al meglio. Ma, come in tutte le cose, dopo un po' mi annoio e non vedo l'ora di scrivere un libro, di fare un film e così via. Mi sento un personaggio dalle mille sfaccettature: un po' attore, un po' scrittore, un po' esploratore...
È uno dei testimonial dell'Amref (Fondazione africana per la medicina e la ricerca). A quale progetto è particolarmente legato?
Più che a un progetto sono legato a una zona dell'Africa compresa tra Sudan, Kenya ed Etiopia. Qui sono riuscito a portare avanti una serie di programmi sanitari per aiutare le popolazioni locali, tra cui la costruzione di pozzi e di scuole. Una di queste porta addirittura il mio nome: 'Giobbe Covatta primary school'.
Occuparsi di solidarietà e cooperazione internazionale cosa le ha lasciato?
Il lavoro sul campo richiede capacità di prendere decisioni con rapidità e determinazione, tenendo ben presente l'obiettivo centrale fissato dalla Dichiarazione del Millennio (approvata nel 2000 da 186 Capi di Stato e di Governo) sul dimezzamento della povertà assoluta entro il 2015.
Con Greenpeace ha rappresentato lo spettacolo 'Aria condizionata', in cui affronta il tema della salvaguardia delle balene. È mai salito su uno dei gommoni dell'associazione?
No, anche se sono salito su una delle due barche di Greenpeace per il tour dello spettacolo, nato per salvaguardare questi cetacei dalla caccia commerciale. Grazie al ricavato di quella tournée è stato possibile acquistare proprio un gommone per la difesa di questi mammiferi.
Da dove nasce questo interesse?
Ho sicuramente una grande esperienza di cetacei, anche se non dal punto di vista scientifico. Durante le mie uscite in barca sono state diverse le occasioni che mi hanno permesso di incontrare delfini, balene, orche.
Ha mai pensato di fare lo scienziato?
Da tempo ho un sogno nel cassetto: fare il divulgatore scientifico, proprio come Piero Angela. Tutto nasce da un'esperienza scolastica negativa: le lezioni del mio professore di storia, materia in cui andavo malissimo, erano talmente noiose che mi portavano spesso a distrarmi se non addirittura ad addormentarmi in classe. Poi un giorno ho incontrato Indro Montanelli ed è stata una rivelazione: la storia, così come la raccontava lui, non era solo interessante ma anche piacevole e affascinante. E allora ho capito: la divulgazione scientifica, come la storia, per non diventare noiosa, deve essere pratica, divertente, e soprattutto raccontata attraverso meccanismi comici.
Qualche anticipazione sul prossimo lavoro?
Ho scritto un nuovo lavoro per la Tv dal titolo 'Non sono Angela'.
Silvia Mattoni