Vita Cnr

Geosdi nella Striscia di Gaza

Popolazione palestinese
di Claudio Barchesi

Il laboratorio dell’Istituto per le metodologie dell’analisi ambientale del Cnr è impegnato con le Nazioni Unite nelle attività di aiuto alla popolazione palestinese, con l’obiettivo di fornire un supporto nell’identificare i danni agli edifici, indirizzare gli interventi di soccorso e testare le varie policy per la gestione del territorio

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Geosdi, il laboratorio dell’Istituto per le metodologie dell’analisi ambientale (Imaa) del Cnr diretto da Dimitri Dello Buono, da oltre un anno è a supporto delle attività di aiuto alla popolazione palestinese e già da tempo collabora con il World Food Programme (Wfp) delle Nazioni Unite in base a un accordo siglato con Pablo Recalde, Rappresentative and Country Director Wfp Palestine. Il team di Geosdì opera, in particolare, per la realizzazione di un sistema di supporto alla logistica che utilizza e gestisce in tempo reale dati e informazioni raccolti sul territorio e produce mappe e scenari per le attività di pianificazione e di gestione.

“Nel mese di agosto, nel corso della riunione dello United Nation Initiative on Global Geospatial Information Management, abbiamo proposto di testare il sistema sul difficile scenario della Striscia di Gaza, colpita dalla guerra, sia per identificare i danni agli edifici e indirizzare gli interventi di soccorso e le azioni a sostegno della popolazione, sia per testare le varie policy che le Nazioni Unite intendono emanare per la gestione del territorio”, spiega Dello Buono.

Schermata Geosdi

I tecnici del Cnr con il supporto dei loro corrispondenti locali e in Italia, hanno allestito il 

sistema informativo geografico.  L’applicazione sviluppata integra diverse tecnologie. “Usiamo i dati del programma Copernicus (European Earth Observation Programme) nato per supportare i paesi europei durante le emergenze e che, a Gaza, permette di verificare lo stato degli edifici con immagini satellitari. Utilizziamo inoltre i dati provenienti da fonti internazionali, sull’evoluzione e sull’effettivo stato dei luoghi. In ultimo, ci serviamo degli operatori sul terreno, che con tablet e palmari possono inviare report sullo stato dei luoghi colpiti e segnalare con precisione le necessità”, continua il ricercatore.

Le risorse, infatti, sono poche e vanno gestite in modo ottimale. “I sistemi informativi territoriali di nuova generazione sono un valido strumento di pianificazione e di supporto per gli operatori in campo”, conclude Dello Buono.“La geo-localizzazione è importante, così come avere sistemi flessibili, che permettano di ottenere le informazioni fondamentali per intervenire con prontezza e precisione”. 

 

Fonte: Dimitri Dello Buono , Istituto di metodologie per l'analisi ambientale, Tito Scalo, tel. 0971/427305, email dimitri.dellobuono@cnr.it