Il fenofibrato, un farmaco utilizzato da molti anni per ridurre l'eccesso di colesterolo e trigliceridi nel sangue, produce ottimi risultati nel controllo delle crisi notturne di epilessia. È il primo esito di uno studio condotto dal Centro interdipartimentale di medicina del sonno guidato dalla ricercatrice di neurologia dell’Università di Cagliari Monica Puligheddu e realizzato in collaborazione con la collega dell’Istituto di neuroscienze (In) del Cnr di Cagliari Anna Lisa Muntoni. I risultati sono stati presentati nel corso del XXV Congresso nazionale della Società italiana di medicina del sonno, organizzato dall'1 al 3 ottobre scorso a Pula (Cagliari) e dedicato al tema 'Ricerca traslazionale e nuove frontiere della terapia nella medicina del sonno'.
“Dallo studio è emerso che il fenofibrato agisce come efficace modulatore negativo del recettore coinvolto nelle forme di epilessia caratterizzate da crisi notturne”, afferma Anna Lisa Muntoni, medico e primo ricercatore dell’In-Cnr. “L'attività di tale recettore, che nell'epilessia frontale notturna risulta 'potenziata', viene ridotta attraverso la somministrazione del farmaco, determinando quindi un ottimo controllo delle crisi notturne. Sono attualmente in corso le analisi preliminari degli effetti sulla struttura del sonno, che appare ristabilizzata in maniera efficace dopo sei mesi di trattamento”.
Portata avanti grazie a un finanziamento Miur, la ricerca ha rappresentato un esempio di proficua collaborazione tra ricercatori di base e clinici. “In particolare come In-Cnr ci siamo occupati di studiare il meccanismo d’azione del fenofibrato e verificarne l’efficacia in un modello animale di epilessia frontale notturna”, aggiunge Muntoni. “La possibilità di poter svolgere degli studi in parallelo, preclinici e clinici, ha conferito alla nostra ricerca un carattere traslazionale e ci ha permesso di vedere applicato con successo nell’uomo quanto già osservato nel modello animale”.
L'epilessia notturna del lobo frontale autosomica dominante (Andfle) è una rara forma ereditaria causata da mutazioni in uno dei geni codificanti per le varie componenti del recettore nicotinico per l'acetilcolina. Si manifesta prevalentemente durante l'infanzia e determina crisi convulsive che, allo stato attuale, possono essere trattate solo con farmaci antiepilettici. La malattia tende a migliorare con il passare del tempo e le funzioni cognitive rimangono di solito intatte, ma i pazienti possono sviluppare disturbi psichiatrici e difficoltà intellettuali.
Fonte: Anna Lisa Muntoni, Istituto di neuroscienze, Monserrato, tel. 070/6754327 , email amunto@unica.it