Borghi storici, il futuro è smart
Italia e Cina lavorano all’individuazione di nuove soluzioni per la tutela del Paesaggio storico urbano. Il tema è stato affrontato in un convegno a Roma, che ha fornito anche l’occasione per la firma di un memorandum of understanding tra Icvbc-Cnr, Lazio Innova e Whitrap di Shanghai
Italia e Cina, paesi distanti geograficamente e culturalmente, si incontrano nel comune interesse della tutela e valorizzazione del paesaggio storico urbano (Historic Urban Landscape), quel patrimonio di piccole città e borghi storici che, rischia di perdere la sua identità nei processi di globalizzazione e sviluppo del territorio.
Il tema, che dal 2011 è oggetto di una raccomandazione Unesco, è oggi al centro di una collaborazione quinquennale di ricerca tra l’Istituto per la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali (Icvbc) del Cnr e il World Heritage Institute of Training and Research for the Asia and the Pacific Region under the auspices of Unesco (Whitrap) di Shanghai. Le due istituzioni hanno organizzato a Roma, lo scorso 30 settembre, il convegno 'Città d’acqua, città di collina’, e siglato un memorandum che ha l’obiettivo di studiare un nuovo 'futuro’ per le piccole città storiche, promuovendo un approccio sostenibile, capace di unire gli interessi di sviluppo economico e turistico a quelli della conservazione del patrimonio architettonico e paesaggistico.
“L’urbanizzazione esponenziale dell’ultimo ventennio ha fatto emergere problematiche comuni tanto al vecchio continente quanto a paesi caratterizzati da una crescita urbana e forti trasformazioni sociali come Brasile, Cina e India. Sulla base della ricerca portata avanti in questi anni con i partner cinesi abbiamo potuto individuare similitudini e divergenze”, afferma Heleni Porfyriou dell’Icvbc-Cnr. “In Italia, dagli anni ’60 in poi, si è assistito allo spopolamento e all’abbandono di borghi e città di collina, equilibrato solo in parte da interventi di recupero edilizio-architettonico, dalla promozione di attività culturali come festival, sagre o feste e, più recentemente, da politiche di rilancio turistico. In Cina, la progressiva urbanizzazione rischia di cancellare tracce millenarie di storia e civiltà”.
Il progetto bilaterale ha individuato, due casi di studio: per l’Italia il borgo medievale di Priverno (Lt), per la Cina Tongli, una delle 'città d’acqua’ sorte sulle sponde del delta del fiume Yangtze, testimonianza di un grande patrimonio storico-culturale orientale che rischia oggi di essere travolto dal turismo di massa. “Le soluzioni individuate mirano a fare della conservazione del patrimonio urbano un nuovo motore di sviluppo territoriale”, continua la ricercatrice. “Il primo passo è puntare su una migliore conoscenza del contesto urbano, promuovendo una formazione altamente professionalizzante con corsi in situ: va in questo senso il Protocollo d’intesa siglato, oltre che con i partner cinesi e con l'Università di Tor Vergata, con i sindaci dei borghi laziali di Palestrina e di Castel San Pietro Romano. Altro aspetto fondamentale è incentivare soluzioni digitali per la valorizzazione del territorio: integrare borghi e piccole città in network 'intelligenti’ è uno strumento per liberare sinergie a beneficio di uno sviluppo complessivo che non si appiattisca sulla sola dimensione turistica. Infine, è importante investire l’intera società di un cambio di mentalità che renda consapevoli dell’importanza di salvaguardare il futuro culturale del proprio territorio: città di collina e città d’acqua sono depositarie della nostra identità collettiva e individuale, sta a noi scegliere di riconoscerci in esse e fare tesoro di questo patrimonio”.
Fonte: Heleni Porfyriou, Istituto di scienze per il patrimonio culturale, tel. 06/90672202 , email heleni.porfyriou@cnr.it