Gesti semplici, abbracci, carezze, massaggi, hanno un impatto profondo sul corpo e sulla mente, oggi sospesi tra tabù e necessità, tra paura del contatto e bisogno di connessione. “Toccare significa curare, comunicare, esistere”. Lo spiega Marta Paterlini, neurobiologa e giornalista scientifica, attualmente senior scientist presso il Karolinska Institutet di Stoccolma, nel saggio “La pelle che pensa” (Codice Edizioni). Un viaggio affascinante alla scoperta del tatto, un senso intimo e, paradossalmente, trascurato