Saggi: Inclusione

Al di là di ogni ostacolo

Copertina del volume L'universo tra le dita
di Patrizio Mignano

“L’Universo tra le dita” (Efesto edizioni) è il primo libro del matematico e ricercatore Michele Mele. Un saggio che ha il dichiarato obiettivo di contrastare i pregiudizi che ancora circondano i non vedenti e gli ipovedenti, attraverso il racconto di dieci storie

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A metà luglio, appena venuto a conoscenza dell'esistenza di questo libro da una recensione di Marco Taddia su “La chimica e l’industria”, ho scritto all’editore per chiedere se ci fosse la versione digitale e lui mi ha prontamente risposto: "Al momento no, forse nei prossimi mesi". Mi sono quindi armato di videoingranditore e ho affrontato questo agevole volumetto in cui Michele Mele, classe 1991, ricercatore ipo-vedente  che svolge attività di ricerca su problemi di Ottimizzazione combinatori presso l'Università degli studi del Sannio, racconta le storie di nove scienziati e una scienziata ipo-vedenti o non-vedenti del passato e del presente. Le dieci biografie sono presentate in ordine cronologico, ma l’autore ricorre a frequenti richiami delle storie degli altri personaggi rendendo la lettura piacevole e coerente. 
Euler, che noi italiani conosciamo come Eulero, è indubbiamente il protagonista più famoso, gli altri sono poco conosciuti ai più, ma merita conoscerli per capire, anche dalle loro parole nel caso dei viventi, come hanno fatto a intraprendere carriere scientifiche nonostante il deficit visivo, per dirla con Francesco Guccini: "con ali più piccole per lo stesso volo".
Se i teoremi di Eulero sono abbastanza noti, quello di Baggett, altro matematico non vedente, è un argomento per soli specialisti, ma Baggett suscitò talmente tanta fiducia nei suoi colleghi da essere eletto direttore del Dipartimento di matematica nella sua università. Si parla anche del matematico statunitense Nemeth inventore del codice per insegnare matematica superiore ai non vedenti e del modo corretto per dettare ad alta voce la matematica (MathSpeak) entrato poi nei corsi di formazione per insegnanti in generale, non solo per quelli di supporto ai non-vedenti.

L’autore individua nella fiducia di genitori, educatori, compagni di vita e colleghi, la condizione per consentire a ipo- e non-vedenti di soddisfare le proprie aspirazioni, liberando così l’entusiasmo che stimola a sfruttare al massimo il potenziale della mente. “Non è poi così difficile creare un ambiente inclusivo, un contesto che consente alle menti dei non-vedenti e degli ipo-vedenti di seguire una naturale vocazione”. Proseguendo sempre con le parole di Mele: “In un mondo quasi esclusivamente visivo come la scienza, l’astrazione raggiungibile da una mente non vincolata da un senso a volte fuorviante come la vista, può svelare nuovi sentieri mai battuti prima… Anche se identificati come sinonimi, vedere e osservare non sono propriamente la stessa cosa. Chi vede si limita a ricevere un impulso luminoso sulla propria retina, chi osserva ha un preciso obiettivo, nel caso di un esperimento è la comprensione di ciò che vede. In poche parole, chi osserva vede ma non è detto che chi vede osservi".

Gli altri protagonisti sono ancora matematici e fisici, due ingegneri, un medico, un entomologo e due chimici, tra i quali  voglio menzionare l’unica donna raccontata nel libro, Mona Minkara, “primo accademico donna di fede islamica e non-vedente della storia degli Stati Uniti” che nel 2019 è stata insignita del Holman Prize, premio dedicato alla memoria dell’avventuriero non-vedente britannico James Holman.

Ed ora che con il mio videoingranditore ho letto questo libro cartaceo mi rendo conto che la versione digitale è poco importante perché “L’universo tra le dita” merita soprattutto di essere letto dai cosiddetti normo-vedenti, soprattutto da quelli che ricoprono ruoli di responsabilità e hanno paura delle abilità diverse dalla loro, che giudicano le persone secondo i rigidi schemi della cosiddetta normalità, senza consentire loro di esprimere le potenzialità della propria mente attraverso strumenti fuori dalla norma. Questo comportamento ottuso preclude di fatto lo sviluppo di carriere nelle alte professionalità a chi ha bisogni speciali (circa un quinto della popolazione mondiale secondo l’Oms), sprecando così il loro potenziale intellettuale. Eppure il progresso si costruisce proprio mettendo in relazione culture, capacità e sensibilità diverse.

titolo: L’Universo tra le dita
categoria: Saggi
autore/i: Michele Mele
editore: Edizioni Efesto
pagine: 122
prezzo: € 13,00

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