Focus: Bella stagione?

Se il cervello va in vacanza

Immagine
di Federica Fumante

Amata dai più, la stagione calda può rivelarsi però a rischio per quanti presentano anomalie a livello cerebrale nella regolazione dei ritmi circadiani. È per tale ragione che in questo periodo dell'anno si registra un maggior numero di suicidi e di atti di violenza, come spiega Antonio Cerasa dell'Ibfm-Cnr

Pubblicato il

Recenti evidenze scientifiche dimostrano che alcune persone che godono di una buona condizione di salute mentale per la maggior parte dell'anno possono presentare disturbi dell'umore durante la stagione estiva. “Secondo le più aggiornate ricerche epidemiologiche internazionali, è in estate infatti che si registra il maggior numero di casi di suicidio, violenza e stupro. La causa sembra essere legata all'aumento delle ore di sole e al passaggio dal clima invernale, variabile, a giornate piene di luce e di caldo”, spiega Antonio Cerasa dell'Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm) del Cnr. “Le temperature elevate possono aumentare di colpo i livelli di attività neurochimica cerebrale, che diventano difficilmente tollerati da persone con specifiche vulnerabilità. A sostenerlo è uno studio dell'Università di Vienna, pubblicato sulle pagine di Jama, che dimostrerebbe un legame diretto tra il rischio di suicido e la quantità di ore di sole. Basta, infatti, poco più di una settimana di veloce mutamento atmosferico con sole e alte temperature per provocare un forte peggioramento nello stato dell'umore”.

La causa potrebbe essere legata a una pre-esistente vulnerabilità biologica del centro responsabile della regolazione dei ritmi circadiani. “Il nucleo soprachiasmatico dell'ipotalamo svolge azione di pace-maker, in grado di regolare il sonno e altri ritmi biologici”, chiarisce il ricercatore dell'Ibfm-Cnr. “In condizioni normali, l'attività di tale nucleo è influenzata, durante il giorno, dalle stimolazioni luminose provenienti dalla retina e, nel periodo di buio, dalla secrezione ipofisaria di melatonina, azioni che permettono di mantenere l'orologio interno dell'organismo in sintonia con il ciclo luce-buio dell'ambiente esterno”.

Le condizioni che normalmente disturbano il ritmo circadiano sono il jet-lag, il turnismo o il vivere a latitudini settentrionali estreme, situazioni che possono scatenare aumento dell'ansia, irritabilità, perdita di peso, depressione, stanchezza, mal di testa e insonnia. “Generalmente, in estate i cambiamenti stagionali vengono facilmente governati dal centro di regolazione che permette l'allineamento temporale tra la migliore stimolazione luminosa e la riduzione delle ore di buio. In alcune persone però questo processo amplifica una pre-esistente e silente vulnerabilità biologica, che si manifesta con un inaspettato aumento di inquietudine, di pensieri negativi, di impulsività e, di conseguenza, con l'istinto al suicidio”, conclude Cerasa. “A prescindere da questi casi limite, nella maggior parte della popolazione può presentarsi un lieve disturbo dell'umore legato all'inizio dell'estate: in tal caso, la cosa migliore da fare è ricorrere al consulto medico, evitando l'assunzione autonoma di psicofarmaci”.

 

Fonte: Antonio Cerasa, Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare, Catanzaro, tel. 0961/3695904 , email antonio.cerasa@cnr.it -

Tematiche
Argomenti