Nagel 'contro' Darwin
Nel suo saggio, il filosofo statunitense sottolinea la necessità di rileggere la storia dell'evoluzione ponendo al centro i fenomeni mentali e coscienti, governati non da principi meccanicistici, bensì teleologici
Il grande naturalista vittoriano Alfred Russel Wallace, dopo aver scoperto, insieme a Darwin, il ruolo chiave della selezione naturale nell’evoluzione dei viventi, nel 1870 pubblicò un articolo dagli accenti fortemente spiritualistici, nel quale, con grande sconcerto del collega, sosteneva che l’uomo, con tutte le sue facoltà fisiche, mentali e morali, non poteva essere il cieco prodotto delle sole leggi fisiche, ma doveva essere il risultato di qualche forza teleologica ancora sconosciuta.
Una posizione che, per alcuni aspetti, sembra oggi riemergere nel pensiero del celebre filosofo statunitense Thomas Nagel quando, scettico nei riguardi del neodarwinismo materialista come strumento per la comprensione della mente e del cosmo, lo sentiamo affermare: “È difficile evitare la conclusione secondo cui quegli aspetti della nostra costituzione fisica che portano con sé il mentale non possono a loro volta essere completamente spiegati dalla fisica. [...] È perfettamente possibile che la verità sia del tutto fuori dalla nostra portata in virtù delle nostre limitazioni cognitive intrinseche, e non solo inafferrabile allo stadio attuale dello sviluppo intellettuale dell’umanità”.
Nel suo recente 'Mente e cosmo’, pubblicato da Raffaello Cortina, Nagel sembra inconsciamente fare proprie le perplessità di Wallace riguardo alle facoltà superiori dell’uomo. Così, al fine di trovare una risposta alla nascita e allo sviluppo della coscienza, della ragione e del senso morale - secondo lui non spiegabili dal riduzionismo materialista tipico del pensiero neodarwiniano - ipotizza l’esistenza di leggi teleologiche che “assegnerebbero una probabilità più alta, all’interno dello spazio degli stati possibili, a tappe che hanno maggiore 'velocità’ nell’avviare percorsi che conducono a certi esiti”. In particolare, riecheggiando il pensiero del biologo studioso di sistemi complessi Stuart Kauffman, alla ricerca di un’alternativa naturalistica al caso, al creazionismo e alle leggi fisiche prive di direzione, ipotizza l’esistenza di leggi di “auto-organizzazione della materia o di qualsiasi cosa vi sia di più fondamentale della materia”, fino a proporre, per spiegare la presenza della coscienza e della ragione nell’uomo, una materia con facoltà psichiche (resuscitando un monismo panpsichista di ascendenza leibniziana).
Nagel è un filosofo, e come tale sfida la scienza senza illudersi di poter dare risposte e teorie facilmente verificabili sperimentalmente. In effetti, in questa sua ultima opera, suo scopo principale è quello di proporre, in alternativa al naturalismo scientifico oggi dominante, alcune riflessioni utili ad ampliare l’orizzonte delle teorie concepibili per evitare di perdere la possibilità, focalizzandosi solo sul materialismo riduzionista, di trovare forse la via giusta per comprendere come l’universo, tramite l’uomo, si sia svegliato gradualmente e sia diventato consapevole di se stesso.
Tuttavia, considerare l’approccio riduzionista neodarwiniano inutilizzabile per spiegare l’origine della vita e della coscienza, e cercare di superarlo cercando leggi teleologiche panpsichiste appare un approccio alquanto azzardato. A tale proposito occorre ricordare che anche l’illuminista francese Maupertuis, dopo aver intuito nel 1745 che gli organismi non erano preformati nella madre o nel padre, ma si formavano al concepimento grazie all’incontro meccanico e casuale di particelle derivanti da entrambi i genitori - avvertì, come Nagel oggi - che la sua ipotesi fisico-chimica fosse troppo semplicistica e incapace di dare piena ragione della complessità della vita e sentì il bisogno di assegnare alle particelle facoltà psichiche e progettuali. Duecento anni dopo venne scoperto il Dna e la biologia molecolare dimostra quotidianamente che le semplici leggi fisico-chimiche possono, da sole, dare ragione dell’evoluzione e dello sviluppo degli organismi: la metafisica, ancora una volta, dovette lasciare il campo alla fisica e alla chimica.
Date queste premesse, si può supporre che, anche grazie ai suggerimenti, alle puntualizzazioni e agli sproni di filosofi come Nagel, qualcosa del genere avverrà nel prossimo futuro per i fenomeni emergenti della coscienza, della ragione e della memoria: molto probabilmente il meccanicismo naturalista si dimostrerà ancora una volta valido per comprendere il mondo.
titolo: Mente e cosmo
categoria: Saggi
autore/i: Nagel Thomas
editore: Raffaello Cortina
pagine: 134
prezzo: € 16.00